CAMPOBASSO _ Un’unica voce per lo sviluppo del Mezzogiorno e dell’intero Paese: quella dei Giovani Imprenditori del sud Italia. Il Comitato composto dai Presidenti dei Giovani Imprenditori di otto regioni meridionali, e presieduto dal calabrese Sebastiano Caffo, ha deciso infatti di lanciare un unico, forte messaggio: l’Italia ha bisogno immediatamente di profonde e organiche riforme economiche e strutturali. Dopo i sacrifici richiesti dalla manovra finanziaria, c’è il bisogno impellente di misure per far crescere il nostro Paese. La classe politica deve innanzitutto dimezzare i costi della politica in linea con le altre democrazie europee, garantire la certezza del diritto e dei tempi della giustizia, recuperare le risorse dal patrimonio pubblico, innalzare l’età pensionabile in relazione all’aspettativa di vita e ridurre la tassazione per i lavoratori dipendenti.

Questi punti, già enunciati dal Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria, Jacopo Morelli, nel corso del Consiglio Centrale straordinario, sono le linee guida a cui si rifanno anche i Giovani Imprenditori del Mezzogiorno, che durante l’ultimo comitato interregionale hanno discusso dell’impatto che avrebbe un reale rilancio del meridione sull’economia nazionale. Per una crescita di tutto il Paese deve infatti crescere il sud Italia, come ha fatto presente il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano già nel 2009 nel suo discorso di fine anno: “Le condizioni più critiche si riscontrano nel Mezzogiorno e tra i giovani. L’economia italiana deve crescere di più e meglio: ecco il nostro obiettivo fondamentale. E perché cresca in modo più sostenuto l’Italia, deve crescere il Mezzogiorno. Solo così, crescendo tutta insieme l’Italia, si può dare una risposta ai giovani che s’interrogano sul loro futuro”.

I Giovani Imprenditori del Mezzogiorno sono ben consapevoli del momento critico che sta attraversando il nostro Paese e che l’unica soluzione è puntare su riforme strutturali che incidano in modo concreto sulla produzione e sul lavoro. Riattivando subito, ad esempio, il credito d’imposta per gli investimenti e le assunzioni nelle aree sottoutilizzate sarebbe possibile fare un primo passo che consentirebbe nel tempo di introdurre una fiscalità di vantaggio duratura a favore di tutte quelle aziende che operano reinvestendo gli utili nel sud Italia, senza delocalizzare le loro produzioni fuori dai confini nazionali. Solo cosi attraverso la creazione di una No Tax Region, sarebbe possibile recuperare l’enorme svantaggio che affligge le imprese del Sud, che potrebbero così dare il proprio contributo per l’intero Paese. La sola abolizione dei trasferimenti di denaro pubblico a fondo perduto consentirebbe di azzerare le imposte per le imprese del sud per i primi 10 anni di attività. Inoltre parte dei fondi andrebbero utilizzati per permettere una riduzione o meglio l’abolizione dell’IRAP al sud, in quanto imposta iniqua che disincentiva gli investimenti ad alta intensità di manodopera.

Non è giusto che siano le imprese private sane a pagare per gli sprechi nella sanità perpetrati da amministratori pubblici incapaci. Inoltre la sostituzione dei contributi a fondo perduto con sistemi di incentivazione automatica garantirebbe anche la totale esclusione dei cosiddetti “prenditori” che sprecano risorse pubbliche e la fine di ogni sistema clientelare connesso. Altra soluzione proposta dal Comitato è un consistente e definitivo taglio del costo del lavoro nelle aree sottoutilizzate, così da attrarre investimenti ad alta intensità di manodopera altrimenti destinati all’estero. L’obiettivo auspicato per rilanciare l’economia è raggiungere una crescita del PIL del meridione pari al 6% l’anno, per i prossimi 15 anni, come calcolato dal Centro Studi nazionale di Confindustria. Conclude Sebastiano Caffo “Noi rappresentiamo quel Sud che, nonostante tutto, continua a lavorare con determinazione ed ottimismo per un futuro migliore.

Lo scenario di riferimento in cui operiamo, segnato da una prolungata stagnazione economica, da elevati tassi di disoccupazione giovanile, dalla particolare presenza e recrudescenza di fenomeni malavitosi e criminali, evidenzia numerosi fattori che generano complessivamente uno scarso livello di qualità della vita e grande timore e sfiducia nel futuro per i giovani. Da ciò l’esigenza di intervenire subito in maniera radicale su questi fattori di svantaggio, per generare maggiore competitività e diffusa legalità, in modo da dare nuovo slancio al mercato del lavoro ed alla produzione in tutto il sud”. Il Comitato Interregionale dei Giovani Imprenditori del Mezzogiorno lancia dunque al governo queste proposte, convinto che il futuro del Sud, e dell’Italia intera, possa essere migliore solo se sarà percorsa la strada della Legalità, dello Sviluppo e del Buon Funzionamento delle Istituzioni.

Sebastiano Caffo Presidente comitato interregionale mezzogiorno
GGI Confindustria Presidente GGI Confindustria Calabria

Silvio Ontario Presidente GGI Confindustria Sicilia

Dario Polignano Presidente GGI Confindustria Puglia

Silvia Cianciullo Presidente GGI Confindustria Molise

Lorenzo Pagliuca Presidente GGI Confindustria Basilicata

Carlo Barbagallo Presidente GGI Confindustria Campania

Mauro Barnabei Presidente GGI Confindustria Abruzzo

Cristiano Todde Presidente GGI Confindustria Sardegna

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