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CAMPOMARINO _ Sono in questi giorni in discussione in Aula alcune mozioni che riguardano il fenomeno dei minori non accompagnati che, per molti aspetti, costituisce una forma equivalente all’immigrazione clandestina. Il numero ufficiale di questi minori, come sottolineato dalla associazione Save The Children, è impreciso, poiché la situazione dei minori non accompagnati o i figli di genitori irregolari che vivono in Italia, si caratterizza soprattutto per la loro “invisibilità”. Spesso, infatti, non riescono ad essere identificati ed è frequente, inoltre , che se ne perdano le tracce. Dall’analisi dei dati disponibili, i bambini e gli adolescenti stranieri spesso costretti a fuggire a causa di guerre, instabilità politiche e catastrofi ambientali, provengono da 77 Paesi diversi, in prevalenza africani e, in gran parte, privi di un documento di riconoscimento.

Dietro i minori non accompagnati – rileva l’on. Di Giuseppe – ci sono storie di sofferenza, ma anche di coraggio, in un età in cui le esperienze da vivere dovrebbero essere ben altre. C’è la consapevolezza che, una volta abbandonati i centri di prima accoglienza, per gli immigrati diventa critica la fase del loro primo inserimento nella società civile, che li espone inevitabilmente a gravi rischi di sfruttamento da parte della criminalità, oltre che per la loro stessa incolumità. È necessario allora verificare gli standard qualitativi dell’accoglienza con particolare riferimento ai minori non accompagnati”.

Attualmente, in seguito alle nuove norme in materia di sicurezza, il rilascio di un permesso di soggiorno al minore straniero non accompagnato al compimento dei suoi 18 anni, è possibile solo a condizione che sussistano contemporaneamente, determinati requisiti , vale a dire: • un provvedimento di tutela o affidamento, • l’ingresso in Italia da almeno 3 anni e • la partecipazione a progetti di integrazione per almeno 2 anni; “Ma cosa succede – si chiede l’onorevole – se il minore giunge alla maggiore età senza aver concluso triennio di formazione in quanto è giunto in Italia a 16 o 17 anni? Viene espulso”. L’Italia è vincolata alla Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia. E’ indispensabile quindi che decisioni politiche di intervento che riguardano i bambini e gli adolescenti debbano essere prese nel rispetto del superiore interesse del minore.

“Noi dell’Italia dei Valori riteniamo che un minore straniero non accompagnato dovrebbe avere la possibilità di poter restare nel Paese ospite e il permesso di soggiornare temporaneamente nel Paese ospite non dovrebbe essere inteso solo come una procedura amministrativa che può essere interrotta bruscamente quando il minore compie i 18 anni.

Il gruppo dell’IdV – annuncia la Di Giuseppe – impegnerà il Governo ad assumere iniziative volte ad assicurare maggiori risorse finanziarie a favore delle regioni per il potenziamento e il miglioramento dei progetti di accoglienza rivolti ai minori stranieri non accompagnati e ad attuare iniziative, anche normative, per intervenire nella fase estremamente critica del primo inserimento nella società civile dei minori non accompagnati”.

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