CAMPOBASSO _ La memoria del genocidio di cui furono vittime gran parte degli ebrei d’Europa ad opera della follia di Hitler, oltre ad essere un dovere morale che appartiene a tutti gli uomini liberi e giusti, è forse l’unico modo per onorare quei sei milioni di bambini, di donne, di anziani e di uomini colpevoli solamente di essere giudei e, quindi, meritevoli di venire spazzati via con inaudita ferocia nella seconda guerra mondiale. Ma la memoria per protrarsi nel tempo, per passare da generazione in generazione, ha bisogno di essere rinvigorita continuamente.
E’ quindi dovere delle Istituzioni, come di tutta la società di ogni Stato democratico fondato su principi di giustizia e di diritto, riflettere e interrogarsi su quei fatti degli ormai lontani anni quaranta. E’ necessario dibattere, confrontarsi, studiare le cause e gli effetti di quell’orrore.

La scuola in questo ha un ruolo determinante. Ad essa è affidato il compito di dare ai giovani le basi storiche e conoscitive per comprendere il clima politico e sociale in cui crebbe e si sviluppò l’odio antisemita che poi sfociò in un vero e proprio genocidio. Alle persone adulte, quali che siano i ruoli svolti nella società, spetta, invece, la responsabilità di ricordare e di creare le condizioni politiche e storiche affinché fatti del genere non abbiamo più a ripetersi. “Dimenticare significa negare”, disse una volta in un’intervista Primo Levi.

Se dimenticassimo quei fatti, dunque, negheremmo la Shoah e quindi uccideremmo ancora una volta quei sei milioni di persone. Non possiamo e non dobbiamo quindi sottrarci al dovere della memoria. Mi auguro allora che in questi giorni, nelle scuole e nelle Istituzioni, tutti ricordino quegli orrori e che ciascuno si impegni a rigettarli e a non farli ripetere.

Michele Iorio
Presidente Regione Molise

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