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TERMOLI – “Boni pastoris esse tondere pecus, non deglubere. È proprio del buon pastore tosare le pecore, non scorticarle. Così scriveva Svetonio nel Primo secolo dopo Cristo. Questa citazione è quanto meno attuale, vista la pressione fiscale applicata sui contribuenti, aumentata pesantemente con l’introduzione dell’IMU sui terreni agricoli”. Parla così l’ex sindaco di Termoli Antonio Di Brino che, oggi, in una conferenza stampa a cui hanno partecipato numerosi consiglieri comunali di minoranza tra cui anche alcuni imprenditori agricoli, ha presentato la mozione depositata in Comune la scorsa settimana sulla problematica dell’Imu sui terreni agricoli che rischia di far chiudere numerose imprese del settore situate a Termoli e dintorni.

Di Brino sollecita il sindaco e la Giunta a costituirsi in giudizio davanti al Tar del Lazio così come già fatto da altre regioni e tentare di bloccare una tassa che, di fatto, è una batosta vera e propria.

Le cifre, “snocciolate” oggi, una ad una, parlano chiaro. Trencento euro all’ettero per un vigneto o per chi ha un orto, 150 per i seminativi. Un tributo che, in un momento terribile quale quello attuale, rappresenta la goccia definitiva per far traboccare il vaso della sopportazione degli agricoltori, già in difficoltà tra le mille scadenze a cui devono far fronte.

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