Noi della Lega Sannita, ha continuato Lommano, oggi abbiamo sul nostro tavolo quattro urgenze: il lavoro che manca ai giovani, l’aiuto fiscale alle aziende molisane perché non licenzino gli operai, il violentissimo attacco al territorio molisano perpetrato dall’installazione selvaggia dei pali eolici e dove, nessuno apre bocca o peggio fiata, e più sottotono, il problema del dialetto molisano che si dovrebbe studiare in tutte le scuole di ogni ordine e grado del Molise quale materia fondamentale.
Sul dialetto, non vogliamo apparire nè utopistici e né qualunquisti, ha ancora detto Lommano, anche perché oltre a tutelare la nostra storia e il nostro linguaggio, lo studio del dialetto potrebbe creare nuovi posti di lavoro per gli insegnanti. E il Molise ha fame di posti di lavoro. Così Lommano, invita i dirigenti scolastici del Molise a voler valutare, senza forzature, ma riflettendoci, l’opportunità di far studiare il nostro dialetto nelle scuole elementari, nelle medie e alle superiori, perché è straordinariamente bello, cadenzato e variegato, insomma un patrimonio che nasce e si conserva dai tempi dei Sanniti e dove ogni paese ha un suo dialetto che si differenzia notevolmente dall’altro.
Dobbiamo quindi tutelare il nostro dialetto e conservarlo alle future generazioni in modo morboso e geloso. Discorso a parte, ha concluso Lommano, merita il nostro dialetto da studiare all’Università del Molise che, dopo le randellate ricevute dal Ministero dell’università e della ricerca scientifica, potrebbe già dal corrente anno accademico 2009/2010 inserire quale esame in alcune facoltà, “Lingua e folklore del Molisannio” e non solo. Bene farebbe il rettore Cannata, a far studiare agli universitari della “nostra” università del Molise anche personaggi quali Longano, Galanti, Cuoco, Pepe, Arena, Ciarlanti, Trotta, Labanca, Perrella, Corsi, Jovine, Incoronato, Cirese, Lalli, Capriglione, Pietravalle, Rimanelli.