Eppure sono bastate due sole tornate elettorali ( le politiche scorse e le amministrative in Sardegna) per far deflagrare l’unica opposizione credibile, quella costituita dal P.D., non potendosi ritenere tale quella accozzaglia inconsistente di giustizialismo populista che va sotto il nome di IDV. Nelle piccole realta’ come il Molise questo fenomeno nazionale si e’ evidenziato prima ancora che altrove. La liquidazione per via elettorale dei vertici molisani del P.D. in occasione delle precedenti politiche 2008 e’ stato il risultato di una operazione presumibilmente condotta o quantomeno aiutata da mani tanto sapienti, quanto politicamente cointeressate. I personalismi, le tendenze centrifughe, le battaglie tra capi o presunti tali, la carenza di un progetto e di una comune visione all’interno di cio’ che rimaneva del PD regionale, hanno fatto il resto.
Risultato: la fuga verso i due unici approdi locali costituiti dal Governatore on. Iorio e dall’on. Di Pietro.
Personalmente, pur ritenendo che ogni maggioranza ha il dovere politico di rafforzarsi allargando la base del consenso, non ho mai condiviso, ne’ condivido la logica da calcio mercato con la quale spesso si coprono inutili quanto dannosi personalismi e trasformismi.
Ritengo di contro che l’obiettivo dell’allargamento vada perseguito e raggiunto seguendo un altro percorso, che e’ quello del rafforzamento e della coesione della maggioranza, avendo cura di moltiplicare la capacita’ di interlocuzione con le categorie, le associazioni, i cittadini e quindi di coagulare il consenso attorno ad un grande progetto riformatore.
In un sistema nel quale, pur con oggettive difficolta’, si tenta di unificare le diverse componenti politiche per trasformare le diversita’ in opportunita’ , non vi puo’ essere altra strada che quella di “scaldare i cuori” della gente attraverso una proposta, un progetto credibile, una aspettativa condivisa. L’attuale maggioranza, in Italia come in Molise, e’ al massimo del consenso anche per la inesistenza – come detto – di una opposizione credibile.Ma il massimo del consenso produce si’ il massimo dell’autonomia decisionale, ma anche il massimo delle aspettative.
E qui si nasconde l’insidia. Affacciarsi sul vuoto spesse volte puo’ dare le vertigini, alimentando la tentazione di poter cavalcare in solitario. Oggi piu’ che mai pero’, il Molise come l’Italia, ha bisogno di un arbitro che si faccia garante di un percorso condiviso dalle forze politiche. Che sappia costruire attorno a se’ una classe dirigente culturalmente valida ed efficiente,capace di disegnare un futuro a questa terra.