TERMOLI _ In merito al licenziamento di Musacchio operaio della fiat powetrain di Termoli,oltre alla scontata e doverosa solidarietà verso l’uomo e verso il lavoratore che sicuramente riuscirà a far valere i suoi diritti in sede legale,sono doverose alcune considerazioni di carattere politico-sindacali. È sotto gli occhi di tutti come la fiat ,ma non solo, abbia colto al volo l’opportunità offertagli dalla violenta crisi globale iniziata nel 2008 e ben lontana dal terminare per incattivire il proprio atteggiamento verso le maestranze e imbarbarire il rapporto verso quelle organizzazioni sindacali che non ancora si piegano alla nuova strategia aziendale volta a svuotarne il loro valore contrattuale .Il licenziamento del ragazzo di Termoli ha probabilmente un valore punitivo ancora maggiore rispetto agli altri 4 dei giorni precedenti in quanto avvenuto per fatti esterni allo stabilimento termolese ed è di monito per tutti coloro che dissentono le loro decisioni unilaterali.

Atteggiamenti di questo tipo erano comuni (strano a dirsi) nella Cina Maoista dove era famoso il”colpirne 1 per educarne 100”,ma non possono essere accettati in una democrazia evoluta le quali regole non esulano all’interno di un cancello di qualsiasi stabilimento italiano. La sproporzione tra la “leggerezza” se cosi possiamo chiamarla del lavoratore e la reazione della fiat sa tanto di rappresaglia e monito. Il dramma piu’ grande in questa situazione è l’atteggiamento delle istituzioni dove troviamo il ministro dell’economia pronto a bacchettare la fiom per non aver firmato l’accordo e non dice una parola per chiedere chiarimenti su licenziamenti che rischiano di far deflagare una nuova lotta tra classi dove chi è povero si trova oggi ad essere anche solo.

Per non parlare poi della regione Molise che segue supinamente ogni decisione della fiat dalla cacciata degli interinali al licenziamento di ieri. In tutto questo preferisco tacere sul silenzio di alcune sigle sindacali che neanche davanti ad un licenziamento palesemente ingiusto e illegittimo hanno il coraggio di condannare l’operato di mamma fiat. A mio modesto parere è necessario oggi più che mai che si riapra un dialogo tra fiat,parti sociali e regione Molise sia per cercare di far reintegrare l’operaio licenziato sia per evitare di esacerbare ulteriormente gli animi tra i lavoratori.

Costantino Manes -componente coordinamento provinciale IDV-

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3 Commenti

  1. non e che se le cercata?
    Scusate ma cosa ci faceva a pomigliano se era in permesso per la figlia che era malata? non e che la malattia della figlia finiva col permesso, cerchiamo di scusare qualsiasi cosa, ma penso che la figlia non centra nulla che il permesso era illeggittimo, che il licenziamento è eccessivo ma che il tutto se le cercato, una bella multa e la prossima il licenziamento sempre se non ne ha combinate altre…siamo italiani in questo non ci frega nessuno…in germania lo avrebbero licenziato da un pezzo

  2. x termoli 71
    E’ compito del giudice del lavoro stabilire se c’è stata sproporzione tra il “reato” e la “punizione”. Sicuramente il licenziato qualcosa di anomalo avrà fatto e se ci sono precedenti “disciplinari” tutto quadra