Comune di Termoli, Consiglio sulla SanitàTERMOLI – “Oggi manca la capacità di indignazione. Spesso si dice che l’opinione pubblica è indignata. E magari è anche vero: al mattino. Alla sera siamo tutti a guardare la partita!” E’ morto nel 2001, Indro Montanelli, qui evocato attraverso questa sua citazione che delinea, con stile incisivo da tutti riconosciuto, uno dei suoi tratti tipici. Bisogna sempre ripetere che, se l’ira rabbiosa è uno dei vizi capitali, lo sdegno etico è una virtù, attestata dai profeti e dallo stesso Gesù. Tant’è vero che Cristo stesso non esita a impugnare la frusta di cordicelle contro i mercanti nel tempio e quella fatta di parole nelle sue denunce contro le ingiustizie e le ipocrisie (si legga il capitolo 23 del Vangelo di Matteo). Ciò che, invece, si registra di fronte alle palesi ingiustizie della società, alle menzogne pubbliche e alle ipocrisie è, sì, il fuoco di paglia di una protesta solitamente sguaiata. Ma subito dopo si passa o all’acquiescenza o persino all’effettiva connivenza.

Il principio dei “panem et circenses” non valeva solo per gli antichi romani: ancor oggi basta che uno prometta un’elargizione o cancellazione di tributi e riesca a narcotizzare la massa con qualche sport popolare, che si ha facilmente la caduta di ogni indignazione morale. Il vantaggio personale, a scapito di quello generale, il corporativismo, la superficialità nei giudizi riescono agevolmente a far dimenticare il bene comune, il senso dello Stato, gli obblighi civici. E’ per questo che lo sdegno autentico, come fremito della coscienza, è una virtù.

” L’antico ribelle” è il protagonista della Congiura di Catilina. Siamo nel I secolo a.C. e la prosa tagliente e scultorea mette in guardia contro l’appiattimento dell’opinione pubblica che si adatta a un consenso becero, senza coscienza e critica. Le teste diventano simili a giunchi che si curvano al passaggio del vento della propaganda e al predominio del potere pronto a diffondere i suoi luoghi comuni e i suoi messaggi espliciti o sublimali. Bisogna alzare la testa dal proprio interesse immediato, snebbiare la mente dalla chiacchiera televisiva e non, liberare l’anima dalle banalità che la narcotizzano e ritrovare la coscienza, il pensiero serio e fondato, la morale coerente. Scrive il giornalista Massimo Fini: “Più dell’orrore mi fa orrore il nulla.” Di che cosa si sono occupati in data 20 marzo c.m. i vari ex Sindaci, ex Assessori, ex Cons.Comunali di ex maggioranza ed ex minoranza che hanno “parolato” si “parolato” dell’ex Ospedale di Termoli. Cittadini-elettori qualcuno li avrà pur eletti.

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