Sting
TERMOLI _ Eravamo rimasti alla reunion dei Police ed ora Sting rompe il ghiaccio proponendo al pubblico il nuovissimo’If on a winter’s night..’. Finalmente. Come al solito, infatti, le rotture in casa Police non sono ma ufficiali ed il tour dei tre poliziotti è terminato,ma senza una fine certa e designata per il capitolo della ‘polizia inglese’. Intanto,i tre non sanno star fermi ed hanno ripreso le consuete attività da solisti,e Sting ci presenta questo nuovo prodotto,da analizzare per bene,e non è certo facile,dato che i recenti commenti sono stati i più dsparati sia dalla critica che dal pubblico.Alcuni hanno trovato l’ultimo lavoro del pungiglione inglese una noiosa parodia di se stesso,mentre altri l’anno salutato quale unico contraltare al lassismo musicale di questi tempi e alla morte in occidente del rock. Fatto sta che se ne parla e ci incuriosice, d’altronde la voce è sempre straordinaria, stiamo parlando infatti di un artista internazionale ed immortale, sia per la fama che per lo spessore che, appunto, per la voce, definita dai più una delle più belle espressioni esistenti al mondo oggi. Personalmente, da fanatica ‘poliziotta’, mi sarebbe piaciuto un album nuovo dei Police oppure un lavoro più ricco di melodie orecchiabili e strepitose ‘alla Police’,ma non posso d’altro canto negare che in passato io stessa ho preferito i Police allo Sting solista a volte decisamente più commerciale, quindi, di fronte ad un lavoro del genere che di commerciale non ha nulla, manco per idea, sono comunque soddisfatta e felice.

L’album in questione infatti è anticonformista sia nei contenuti che nella musica…a Sting avevano chiesto un album sul Natale,ed invece se n’è uscito con questo inno all’inverno, con questo’ suo’ Natale, pieno di misticismo e di tenebra,proponendo canzoni sacre e profane reinterpretate in chiave personale che lanciano un’accusa evidente contro la mancanza di musica vera oggigiorno,fallace e consumistica. Non resta dunque che ascoltarsi questo ‘If on a winter’s night’,pronti a farsi un’idea personale dell’opera in base alle interpretazioni suddette…Di sicuro Sting rimane un grande e fa ancora una volta parlare di se’, lontano dagli eccessi del rock e maturo,consapevole e riflessivo come mai lo è stato,circondato alla sua corte, come al solito, da grandi musicisti come il fedele ed immancabile chitarrista Dominic Miller.

Personalmente ritrovo in quest’album molto del precedente e anche un po dell’incredibile ‘Mercutry fallling’,ma comunque attendo sempre,in sincerità,un revival del repertorio Police con tanto rock e nuova muisca poliziotta!Concediamo al nostro Sting il lusso di queste sue rivisitazioni intimiste e musicali,ma gli chiediamo di tornare quaggiù da lassu’ per allietarci con la musica alla Police,da solo o con gli altri due,in memoria dei vecchi tempi!! Speriamo!

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