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Pierpaolo Nagni
TERMOLI _ Dopo l’appello lanciato dall’Italia dei Valori non più di dieci giorni fa circa la necessità, in base ad un’ottica di razionalizzazione futura, di rinunciare all’idea di procedere a nuove elezioni al consiglio di amministrazione del Cosib, torniamo oggi sull’argomento per invitare tutti ad una riflessione più approfondita sulla possibilità di snellire l’apparato dei vari consorzi regionali. Nutriamo qualche dubbio sul fatto che proprio Iorio, nonostante gli annunci,possa essere l’artefice del cambiamento ma è nostra intenzione contribuire al compimento di questa importante e non più procrastinabile fase. Diciamo basta alla partita dei ruoli per accaparrarsi la più ampia fetta di potere, diciamo basta alla corsa a poltrone e indennità.

Oggi abbiamo davvero l’occasione per avviare un percorso di riforme, ecco allora che ci chiediamo se non sia il caso di partire proprio da questi enti dando vita, ad esempio, ad una unica struttura più agile e snella, che sovrintenda ai singoli consorzi La politica recuperi la dignità e il proprio ruolo. Dimostri che quanto pagato dai contribuenti ha un’ utilità pubblica in termini di servizi più funzionali ed efficienti. L’Italia dei Valori ha però la sensazione di essere sola , anche nell’ambito del centrosinistra, a condurre un certo tipo di battaglie e a stimolare questo genere di dibattito. Sarebbe ora che anche qualche dirigente del Pd, avesse finalmente il coraggio di prendere posizioni più decise tralasciando di pensare solo ai piccoli interessi territoriali. Vale la pena di ricordare che proprio con lo scandalo del Cosib è stata individuata una storia di malaffare che fa paura, non tanto per il coinvolgimento di alcuni politici, ma per la loro commistione con i clan camorristici del casertano.

Il legame tra il Molise e le nuove organizzazioni malavitose è un pericolo sempre più tangibile, soprattutto in virtù del clima di omertà che sta dilagando nella nostra regione e non è un caso se, per sapere che la moglie di un noto camorrista da anni risiede a Venafro , dobbiamo leggere il settimanale L’Espresso. Le organizzazioni malavitose cercano nuovi spazi e nuovi territori dove poter operare in tranquillità. Oggi il nostro Molise, che per povertà e per le ridotte dimensioni non era mai stato considerato appetibile, rischia di trasformarsi in isola felice per il malaffare e svela, attraverso il suo aspetto tranquillo, un’ inquietante e pericolosissima vocazione che va assolutamente limitata in quanto la presenza più corposa di infiltrazioni camorristiche, in un territorio così in difficoltà, rappresenterebbe il colpo mortale per la nostra regione.

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