TERMOLI – Il Movimento 5 Stelle con una lettera, risponde alle dichiarazioni rilasciate dal Presidente del Cosib, Dott. Luigi Mascio giovedì 18 settembre in riferimento ai lavori di Sistemazione Idraulica del Fiume Biferno.

“Il Presidente Mascio dichiara che i 15 Milioni di euro stanziati dal Ministero dell’Ambiente per la sistemazione degli argini del Fiume Biferno sono a disposizione della Regione Molise e che di concerto con quest’ultima il Cosib ha deciso di non essere più l’Ente Attuatore dei lavori in questione, dopo tutti questi anni e dopo che sono stati spesi ben 211.000 euro per un progetto che non ha portato a nessuna autorizzazione – dicono dal movimento politico di Termoli -; precisa che il Cosib ha trasmesso il progetto esecutivo nel 2011 per la Valutazione di Impatto Ambientale e che lo stesso è visionabile da tutti i soggetti interessati.
Ma il Presidente non chiarisce come mai, in tutti questi anni, non si è giunti all’autorizzazione del progetto e quindi alla realizzazione dei lavori a cui i fondi stanziati erano destinati. I procedimenti di Valutazione di Impatto Ambientale hanno tempi garantiti per legge (150 giorni dalla presentazione dell’istanza per l’espressione del provvedimento di valutazione) e se questi tempi vengono disattesi a chi sono imputabili le colpe e le negligenze? al Cosib? alla Regione Molise? A entrambi? Il Cosib, ha la sua parte di Responsabilità per queste gravi inadempienze che mettono in pericolo la vita delle persone oltre che causare danni a beni pubblici e privati. Assieme alla Regione Molise in tutto questo tempo il Cosib non è stato in grado di utilizzare i 15 milioni di euro stanziati dal Ministero dell’Ambiente per la sistemazione degli argini del Biferno; non è stato in grado di mettere in sicurezza il nostro territorio.

Il Presidente Mascio anziché impegnarsi a trovare soluzioni per superare questo immobilismo imbarazzante, pensa bene di lavarsene le mani rinunciando al ruolo di Ente Attuatore del progetto, con la speranza di cancellare questi anni di incosciente inettitudine”.

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