LARINO – Da alcuni giorni, molti agricoltori del Medio/Basso Molise, stanno ricevendo da parte del Consorzio di Bonifica Integrale Larinese, delle proposte di accordo per imposizione di esproprio o servitù perpetua, relativa al realizzando acquedotto di irrigazione del Basso Molise, con acque dei fiumi Biferno e Fortore. Nel precisare che riteniamo tali opere ovviamente utili per le imprese agricole che beneficeranno di tale infrastruttura (e per tutta la collettività), evidenziamo il Consorzio di Bonifica, relativamente alla valutazione degli indennizzi, “accollate”, tra l’altro (unitamente “tutti gli adempimenti per le espropriazioni”), come si legge nella “Deliberazione del comitato esecutivo” n. 237/2013, “all’Appaltatore, ivi compresa la determinazione delle relative indennità”, dovrebbe considerare il c.d. “giusto valore di mercato” dei terreni in oggetto risultante dalla normativa vigente.

L’impresa appaltatrice, attraverso operazioni di stima operate da un tecnico privato, i cui “criteri di calcolo e di determinazione” sono stati condivisi dallo stresso Consorzio di bonifica, è pervenuta, per le aree non edificabili, alla determinazione dei valori di esproprio in una misura compresa tra 1,91 e 3,69 euro a mq per le aree oggetto di esproprio, mentre per quelle oggetto di asservimento si è stabilito un importo compreso tra il 50% e il 65% di detti valori. Ciò posto, segnaliamo, con puro spirito propositivo e collaborativo istituzionale, che contraddistingue la nostra azione politica/amministrativa, che le suddette valutazioni di esproprio e di asservimento, potrebbero non essere rispondenti al “giusto prezzo di mercato” costituzionalmente garantito, che a sua volta, come è noto, deve concretizzarsi in un “giusto” ristoro per il depauperamento ed i danni subiti dagli espropriati/asserviti e non in somme meramente simboliche.

Nella deliberazione si legge che tali valori sono applicabili a “un’area non edificabile” e, dunque, utilizzate ad uso agricolo (forse), senza valutare però che, in ragione della legge regionale n. 30/2009 e s.m.i., così detto “Piano Casa”, alcuni di questi fondi soggetti ad esproprio/asservimento, di fatto, potrebbero essere divenuti edificabili, ai sensi dell’art. 6 della citata legge regionale, che prevede, a determinate condizioni, la realizzazione di “edilizia sociale”, con una cubatura di 1,5 mc/mq, con evidente, notevole, maggiore valore di indennizzo, rispetto a quello viceversa proposto dall’amministrazione procedente.

Senza dire che agli inviti di accordo inviati non viene allegato il contratto che gli agricoltori dovrebbero sottoscrivere, il che impedisce agli stessi di conoscere ed esaminare con i tempi dovuti i termini della questione. Pertanto, in un momento di grave crisi generale in cui versa la nostra Regione e l’intero Paese, invitiamo il Consorzio di Bonifica competente, a rivedere tali valutazioni, nell’interesse dei propri consorziati e, più in generale dell’intera collettività, in ossequio ai principi di trasparenza, correttezza, imparzialità ed efficienza dell’azione amministrativa.

Il coordinamento regionale per il Molise di “Rete Civica Nazionale”

Articolo precedenteCorte di Cassazione annulla condanna di Michele Iorio per prescrizione. Torna in consiglio regionale
Articolo successivoNel Pd di Termoli torna l’unità. Venittelli augura buon lavoro al gruppo