TERMOLI _ E’ stata depositata il 26 marzo 2010 l’ultima Sentenza della Suprema Corte di Cassazione Penale,esattamente la n.262/010,II sezione Penale,che ha finalmente chiarito la portata della Commissione di Massimo Scoperto praticata dagli istituti bancari ai fini della rilevazione del tasso usurario così come determinato dalla Legge 108/96 che richiama l’art.644 del Codice Penale per il reato di usura. La Suprema Corte ha chiarito nella sentenza che “ …la Commissione di Massimo Scoperto è un onere che l’utente bancario sopporta in connessione con il suo uso del credito e rappresenta un costo collegato indiscutibilmente alla erogazione del credito stesso giacché ricorre tutte le volte in cui il cliente utilizza concretamente lo scoperto di conto corrente,e funge da corrispettivo per l’onere,a cui l’intermediario finanziario si sottopone,di procurarsi la necessaria provvista di liquidità e tenerla a disposizione del cliente. Ciò comporta che,nella determinazione del Tasso Effettivo Globale praticato da un intermediario finanziario nei confronti del soggetto fruitore del credito deve tenersi conto anche della Commissione di Massimo Scoperto,ove praticata…” In sostanza la Suprema Corte ha chiarito che per la determinazione del tasso usurario così come previsto dalla Legge Antiusura va ricompresa anche la commissione di massimo scoperto poiché costituisce un costo del denaro al pari del tasso di interesse pattuito. Sino ad ora la Commissione di Massimo Scoperto non veniva considerata dalle banche,al pari degli interessi,quale voce rientrante nel costo effettivo del denaro pagato dal cliente (T.E.G.) poiché era stata considerata “quale corrispettivo pagato dal cliente per compensare l’intermediario dell’onere di dover sempre essere in grado di fronteggiare una rapida espansione nell’utilizzo dello scoperto di conto..”ed anche perché la Banca d’Italia, per la rilevazione del tasso soglia previsto dalla Legge Antiusura,richiedeva agli istituti bancari di comunicare solo il tasso nominale medio praticato senza ricomprendere il costo derivante dalla commissione di massimo scoperto,ma questo solo per fini statistici e per determinare il tasso soglia trimestrale previsto dalla L.108/96.

Le banche hanno utilizzato da anni questo comodo espediente per aggirare l’ostacolo dell’usura eliminando la commissione di massimo scoperto dal costo del denaro e,per tale motivo,difficilmente gli interessi divenivano usurari. Difatti,l’articolo 644 del Codice Penale,al IV comma,prevede che per la determinazione del tasso usurario bisogna ricomprendere oltre che il tasso di interesse anche le commissioni e le altre spese a qualsiasi titolo percepite. Di sicuro questa sentenza della Suprema Corte di Cassazione avrà delle notevoli ripercussioni per il futuro nei processi sia civili che penali dal momento che il Giudice avrà a disposizione un importante elemento di valutazione in più cui attenersi per l’applicazione della Legge Antiusura.

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