CAMPOBASSO _ Nuova clamorosa vittoria dello studio legale De Benedittis di Campobasso. E’ di ieri l’ultima sentenza emessa dal Tribunale di Campobasso in tema di anatocismo bancario. Il Giudice del Tribunale del Capoluogo ha condannato la banca UNICREDIT a rimborsare un noto imprenditore edile di Campobasso della somma complessiva di circa 600.000,00 Euro per gli interessi capitalizzati trimestralmente ed illegittimamente dall’istituto bancario sul conto corrente intestato all’imprenditore per tutta la durata del rapporto bancario intrattenuto con la stessa. Si tratta del rimborso per interessi anatocistici più alto sino ad ora ottenuto nei Tribunali molisani e di un’altra ed ulteriore vittoria ottenuta dagli Avv.ti Carmine ed Aldo De Benedittis,il cui studio è anche sede dell’Associazione dei consumatori ADUSBEF di Campobasso,vittoria che si aggiunge oramai alle già numerose sentenze ottenute in questi anni nella lunga battaglia decennale condotta dai legali contro il sistema bancario e contro la pratica illegittima della capitalizzazione trimestrale degli interessi praticata dalle banche.
Lo studio legale De Benedittis ricorda agli utenti bancari alcune semplici regole raccolte nel seguente vademecum al fine di poter operare,opporsi ed effettuare il recupero degli interessi illegittimi:
1) Possono inoltrare domanda alla propria banca tutti i correntisti che,avendo avuto scoperture di conto corrente (conti con saldo negativo),hanno pagato interessi trimestrali alle banche;
2) Tale vicenda non riguarda gli utenti che hanno avuto mutui o prestiti,senza aver avuto scoperti di conto corrente;
3) In caso di decreto ingiuntivo ricevuto dalla banca l’utente può proporre opposizione allo stesso entro 40 giorni dalla notifica richiedendo in via riconvenzionale il rimborso degli interessi illegittimi;
4) Hanno diritto al ricalcolo sia le persone fisiche ( individui o ditte individuali : commercianti, artigiani, agricoltori, liberi professionisti ) che le persone giuridiche (società) e per queste ultime inoltrerà domanda il legale rappresentante;
5) È necessario conservare tutti gli estratti conto ricevuti dalla banca ed il contratto poiché la banca,in caso di smarrimento dei documenti,fornisce al correntista solo gli ultimi 10 anni della documentazione relativa al rapporto bancario. La documentazione completa è necessaria sia per avviare la causa e sia per ottenere somme più cospicue,in quanto più si torna indietro nel tempo con il ricalcolo e maggiori sono gli interessi da recuperare;
6) La domanda interrompe i termini prescrizionali che si compiono decorsi 10 anni dalla chiusura del conto corrente, essendo fondata la richiesta di ricalcolo fin dagli inizi del rapporto di conto corrente (dal 1942 in poi), trattandosi di rapporto continuativo (principio confermato dalla Cassazione SS.UU. n.21095 del 4.11.2004);
7) Se,con la richiesta di rimborso effettuata tramite lettera raccomandata,la banca non risponde entro 10 giorni o risponde negativamente,rivolgersi al Giudice di Pace per importi sino a €.5.000.000,altrimenti presentare domanda davanti al Tribunale competente;
8) La Banca non può porre in atto ritorsioni nei confronti di chi esercita tale diritto ma,se a fronte della richiesta di ricalcolo, qualche direttore dovesse imporre il rientro o minacciare azioni “punitive”,occorre inoltrare immediata denuncia all’Autorità Giudiziaria per tentata estorsione,oppure rivolgersi ai Legali Adusbef. Ricordiamo che le responsabilità penali sono personali (i dipendenti bancari non possono accampare, a giustificazione, il loro adeguamento a politiche aziendali).

Eventuali azioni di ritorsione sono inoltre di particolare gravità se poste in essere nei confronti di chi che sta cercando di esercitare un diritto legittimo quale cliente,consumatore,utente e comunque nella veste di contraente più debole.

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