altTERMOLI – Giuseppe è un giovanotto di vent’anni, un buon artigiano che ha imparato il mestiere e che decide di mettere su famiglia. I suoi genitori, da tempo, hanno preso contatti con i genitori della piccola Miriam. Giuseppe è cresciuto, come accadeva allora, sapendo che Maria la bella sarebbe diventata sua sposa. Il Vangelo, avaro, non aggiunge nulla più, non dice nulla. Osiamo però immaginare i semplici sogni di un ragazzo di provincia abituato a riconoscere la vena del legno e a seguire il percorso nodoso, a gioire dell’albero che si offre alle sue mani, a provare orgoglio e nostalgia quando vede un “suo” mobile appena venduto. Una vita semplice, pianificata: una bella e brava moglie da amare e rispettare, dei figli, la possibilità, un domani, di ingrandire il laboratorio e, se Adonai volesse, la possibilità di trasferirsi in una città più grande, magari Sefforis. Poi Dio gli ha rubato la ragazza. ……Me la immagino la scena. Giuseppe è intento a piallare un asse, le maniche della tunica arrotolate, il sudore che gli imperla la fronte a causa dello sforzo. Nel suo cuore ha un uragano; ha saputo che Maria aspetta un figlio. Maria! Così timida, così riservata, così gentile e sorridente. Maria! Matteo ci fa capire il tenore della notte inquieta di Giuseppe. “Ma come, Maria! Io pensavo che fosse una così brava ragazza!”.

Giuseppe è turbato, scosso, non sa che fare. Da pio e devoto israelita si sarebbe dovuto alzare, andare dal rabbino di Nazareth e dire che quel figlio non era suo: Maria sarebbe stata subito lapidata, senza pietà. Ma Giuseppe non vuole vedere morire Maria. La ama, anche se è profondamente ferito e si sente tradito. Trova, alla fine della sua notte agitata, una soluzione: andrà dal rabbino per ripudiarla, per dire che si è stancato di Maria. Certo, Maria avrà la vita segnata, nessuno la vorrà come sposa. Ma almeno, le salverà la vita!.

Giuseppe, dice Matteo, è un uomo giusto. Non giudica secondo le apparenze, mette da parte il suo orgoglio di maschio ferito, non si appiglia alle leggi degli uomini che non sentono ragione, né hanno “misericordia”. E Dio interviene. Il sogno convince Giuseppe: anche se non lo capisce, sta accadendo qualcosa di immenso. Giuseppe si sveglia, stranito, e decide di seguire il suo sogno. Giuseppe è un sognatore, lo sarà ancora.

Grazie ad un sogno prende con sé Maria, un sogno lo inviterà a fuggire in Egitto, un altro lo riporterà in patria. Giuseppe è un papà che segue i propri sogni. Non sogni deliranti di potere e di affermazione, ma sogni che mettono al centro la concretezza dell’amore per la sua “strana” famiglia. Maria e Giuseppe, due giovani figli del popolo di Israele, donano la propria vita alla follia di Dio. Dio si diverte a tirar fuori dalle persone il meglio, a scegliere gli abbandonati della storia, a mettere sui troni gli umili, scaraventando a terra i potenti.

cappellaroccodettotommaso

Articolo precedenteTermoli:«politica anno zero»? Di Stasi:«Buona Governance esiste. Cittadini di Termoli possono chiederla. E’ un loro diritto»
Articolo successivoRuta “bacchetta” Frattura su sanità e minaccia di non appoggiarlo più