CarusoPierluigi
Pierluigi Caruso
TERMOLI – Seguo sempre con attenzione i contributi che l’arch. Metere e l’arch. Marino stanno condividendo in questi mesi con i lettori e i cittadini termolesi sui quotidiani online ed in particolare su myNews, riguardante l’arcinoto progetto del tunnel e del parcheggio multipiano di Sant’Antonio. In ultimo, lo scambio di opinioni tra l’arch. Metere e il “giovane” arch. Fiorilli che ha dato modo di riflettere nuovamente sulle varie criticità riguardanti la realizzazione delle opere in oggetto.

In linea di principio, nonostante io sia fermamente contrario a questo progetto per ragioni che ho già argomentato precedentemente e credo che i cittadini di Termoli si debbano esprimere in merito attraverso il referendum cittadino, ritengo di poter condividere quando si afferma che non ci siano, e per questo ci vengono in aiuto le tecniche e tecnologie esistenti, gravi impedimenti che possano pregiudicare la realizzazione dell’opera. Tutto si può fare (o quasi), a patto di valutare scrupolosamente i possibili costi aggiuntivi e le ricadute sulla popolazione e sui beni pubblici e privati!!! E per evitare l’uscita “del nuovo, ulteriore, noioso articolo sull’argomento tunnel”, con il quale elencare, per l’ennesima volta, le motivazioni negative di quest’opera, cercando di dare un ulteriore contributo al dibattito, segnalo l’allegato articolo riguardante uno studio sulla fattibilità economica dei parcheggi, argomento che finora credo non sia stato mai debitamente affrontato. L’articolo fa parte di un’interessante raccolta di pubblicazioni di una società di ingegneria di Modena costituita da esperti del settore e appartenenti all’Associazione Italiana Parcheggi e Associazione Europea Parcheggi.

Per valutare la fattibilità economica di un parcheggio, si legge nello studio, si è partiti da un dato di base: i costi di costruzione, che per un parcheggio interrato di medie dimensioni (400÷500 posti auto su tre livelli) si aggirano intorno ai 18.000 euro a posto auto che salgono facilmente fino a 24.000 euro se si considerano particolari esigenze tecniche (natura del terreno di scavo, presenza di acquiferi o prossimità di edifici da salvaguardare) e i costi relativi a spese tecniche, indagini, pratiche amministrative, controversie legali, sospensioni per ritrovamenti archeologici ed imprevisti vari. Stiamo parlando, considerando i 750 posti auto previsti sotto Sant’Antonio, di 13.500.000÷18.000.000 euro. Come esempi si citano: il parcheggio interrato Novisad (1.700 posti auto su due livelli) con un costo di costruzione pari a 27 milioni di euro (16.000 euro a posto auto) e il parcheggio di Piazza Cittadella a Verona (750 posti su tre livelli) con un costo di costruzione di 15 milioni di euro (20.000 euro a posto auto).

Per quanto riguarda invece i ricavi del parcheggio e quindi la fattibilità in termini di tempi di ritorno dell’investimento emerge tuttavia una preoccupante criticità. I parcheggi di tali dimensioni (750 posti auto) sono difficilmente sostenibili economicamente in città con meno di 150.000 abitanti e questo perché non si raggiungerebbe un tasso di occupazione oraria media (6 ore al giorno), tale da garantire il recupero dell’investimento, entro i termini di durata della concessione (30 anni).

Come riporta l’articolo: ”È evidente che nel centro storico di Roma o di Milano non solo si può fare affidamento su tassi di occupazione di 8 ore ed oltre, ma anche le tariffe orarie nette possono essere superiori a 2 euro (nei parcheggi centrali di alcune città europee, come Londra, le tariffe orarie superano i 5 euro). Buoni tassi di occupazione si hanno anche nei centri storici di città come Genova, Bologna o Firenze. Ma già in una città di 150.000 abitanti l’obiettivo di 6 ore può essere a rischio in un parcheggio con più di 500 posti, anche se in posizione centrale, se non vengono adottate adeguate misure di protezione, tese ad incentivare l’uso del parcheggio rispetto alla sosta su strada”.

In poche parole, a meno che non siano previste sostanziose forme contributive per il concessionario da parte dell’Amministrazione, questo progetto non sta in piedi.
È quali sarebbero queste altre possibili fonti contributive da individuare per permettere al concessionario di rientrare dall’investimento? L’articolo citato ne illustra tre: la possibilità di cedere a privati il diritto di superficie di una parte dei posti auto; l’affidamento della gestione della sosta di altre aree comunali; la possibilità di realizzare, unitamente all’opera in progetto, volumi da destinare ad attività commerciali.

Tutte queste cose, mi chiedo, sono state valutate oppure ci si è concentrati solo sui 5 milioni di euro finanziati dalla Regione? Interessanti sono infine le conclusione dell’articolo ovvero che in Italia, le tendenze del presente e del futuro, quelle che si sono già affermate in Europa e nei più importanti paesi extraeuropei, saranno sempre più frequentemente rivolte ai parcheggi fuori terra, dotati di adeguati requisiti estetici ed ambientali, con costi dimezzati rispetto ai parcheggi interrati e tempi di costruzione più veloci.
Link all’articolo: www.roliassociati.it/Pages/Artic13.htm

Pierluigi Caruso
Articolo precedenteTermoli, Acqua: possibile revoca dell’ordinanza dopo l’esito delle analisi
Articolo successivoTermoli, Acqua: revocata ordinanza, clorito torna nella norma

1 commento

  1. uno qualunque
    Ma come mai nessuno a mai pensato di coprire la ferrovia e la stazione per creare nuovi parcheggi fuori terra e nuove vie di accesso ed uscite dal centro storico così da eliminare gli ingorghi all’ospedale vecchio, alla via fratelli brigida e utilizzare il parcheggio multipiano sempre vuoto e tutti gli altri parcheggi gratis al di la della ferrovia e del cimitero?