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Mafalda
MAFALDA _ La Madruzza Sas, la società che si è occupata della redazione del Piano di Sviluppo Territoriale nell’area del Comune di Mafalda, interviene sulla vicenda legata alla Centrale Biomasse di Mafalda “bocciata” dal Tar Molise.

“Duemiladuecentonovanta. Tanti sono gli anni che sono passati dalla battaglia di Heraclea e da quella successiva di Ascoli Satriano, tra la coalizione guidata da Pirro, re dell’Epiro, odierna Albania, e gli abitanti di Taranto contro Roma. La storia narra che Pirro, abile quanto spietato condottiero, sconfisse nelle due anzidette battaglie le legioni Romane, ma la vittoria costò un prezzo altissimo di vite umane e fu inutile, infatti, Pirro poco dopo, fu sconfitto definitivamente trascinando alla rovina il popolo tarantino, che aveva, peraltro, arruolato con la forza dopo essere stato chiamato in aiuto da alcuni “notabili” (non dal popolo che certo non aveva i mezzi né gli interessi per arruolare eserciti).

Pirro ottenne, come si dice in gergo, due vittorie tattiche, ma fu sconfitto per la mancanza di visione strategica. “La vittoria strategica non gli appartenne. Le analogie con la vicenda della CTE di Mafalda. Come nella vicenda storica anzidetta, anche in questo caso (è proprio vero che la storia si ripete), abbiamo la popolazione di Mafalda (la Taranto di Pirro) che si divide in due partiti, pro e contro la CTE a Biomasse.

Le due fazioni sono raffigurate dal popolo (i lavoratori della SMI, cittadini di Mafalda, che stanno perdendo il posto di lavoro) e dai notabili (questi, ahimè, attraversano indenni la storia e sono sempre presenti) che rappresentano principalmente i loro interessi e quelli di pochi altri. Roma, in questa analogia è rappresentata dalla idea stessa del “mostro” che brucia, dalla paura del cambiamento forse, dalla ridda di bugie e di leggende metropolitane che su “Roma” sono montate ad arte per attrarre simpatizzanti: si brucerà di tutto, è enorme, emette tonnellate di polveri peggio di un vulcano, ci sono dietro i Casalesi, nessuno sa quanto grande e pericoloso; queste sono le accuse che rimbalzano e sono talmente grandi da essere perfino sospette. Infatti, puntualmente arriva Pirro, evocato come salvatore della patria, condottiero di truppe mercenarie (alcune neppure del territorio ….) che arruola, giusto la storia, la popolazione con una incredibile serie di favole (quelle sulla dimensione e la pericolosità), di barzellette (il valore del territorio intonso, la fila di imprenditori disposti ad investire sul territorio e sulla ex SMI, ecc.), chiamando il popolo all’ultima crociata.

Pirro, nel caso di Mafalda, è costituito da un ridottissimo numero di soggetti curiosamente coinvolti con interessi personali, alcuni di carriera politica altri di interessi economici. Giusto la storia. Pirro arruola a forza la popolazione tarentina ( Tarentum, da noi Mafalda) per costituire un esercito ed affrontare Roma (il mostro CTE) ma, quel che è immorale e non etico, arruola gli operai e le famiglie di quelli che stanno per perdere il posto di lavoro che, immagino disperati, confidano nel miracolo delle promesse di Pirro. Si va alla guerra contro Roma. E si vince la Battaglia di Heraclea e quella di Ascoli Satriano. Ma a che prezzo!! Esisteva un piano di sviluppo del territorio basato su energie rinnovabili e albergo diffuso, ricerca e flussi turistici tematici sull’energia, ora non esiste più alcun progetto di sviluppo a Mafalda, non c’è una alternativa proposta, sono svanite pure le favole e le barzellette mentre le menzogne, quelle sì, rimangono. Esisteva una speranza di reimpiego dei lavoratori della ex SMI e di tutto il numeroso indotto, ora, a Mafalda, rimane solo la totale incertezza del futuro per 1.340 abitanti. Narra Plutarco, che dopo le anzidette vittorie i cortigiani di Pirro gli si radunarono intorno facendo grandi festeggiamenti ma che il condottiero fu ben consapevole di aver vinto solo una battaglia a carissimo prezzo ma di aver perso la guerra.

Cari condottieri, il TAR vi ha dato ragione, avete vinto la vostra battaglia, ma avete perso la guerra! I vostri concittadini dovranno inventarsi un futuro, se mai sarà disegnabile un altro futuro a Mafalda, i lavoratori della ex SMi e l’indotto resteranno senza lavoro a lungo e qualcuno per sempre. Avete portato il vostro esercito alla rovina e consegnato Tarentum (Mafalda) all’oblio della storia. Si può solamente sperare che il Consiglio di Stato sappia leggere opportunamente le carte, riqualifichi il mostro per quello che semplicemente è, un ordinario impianto industriale, sito in una zona industriale, capace di generare ricchezza e lavoro per molti e non per una ristrettissima elite di notabili riconsegnando così a Mafalda, ai suoi cittadini, ai lavoratori della ex SMi ed al suo indotto una speranza per il futuro. In alternativa dimostrino i notabili che hanno una concreta ipotesi di sviluppo che non sia basata su favole, barzellette o, peggio, menzogne. A proposito ….. le battaglie di Heraclea e Ascoli Satriano fecero moltissime vittime, tra il popolo arruolato. I notabili di Tarentum e i mercenari di Pirro se la cavarono facendo nuovi commerci. Curiosa la storia…”

Marzio Madruzza
Madruzza e Associati sas
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