CAMPOBASSO _ Presentata dall’on Di Giuseppe un’interrogazione a risposta immediata in Commissione Agricoltura sulla crisi che sta attraversando il mondo agricolo italiano. Il settore che, in particolar modo al Sud e in Molise, mantiene un peso determinante nell’economia, è stato colpito gravemente dalla recessione economica internazionale.

Tra il 2003 e il 2008, l’aumento dei prezzi al consumo e il contemporaneo triplicarsi dei costi medi di produzione hanno determinato una forte contrazione di redditi degli agricoltori, aggravando la loro esposizione verso le banche e gli istituti previdenziali ed innescando una spirale di difficoltà nell’accesso al credito per l’esercizio e per gli investimenti.

Secondo dati diffusi dalla Confederazione Italiana Agricoltori (CIA), dal 2008 i redditi dei produttori hanno subito un taglio del 21 % e tra il 2000 e il 2010 hanno chiuso 500.000 aziende agricole (20.000 solo nel 2010). Entro il 2013, ne potrebbero chiudere altre 150.000. Sulle spese di produzione poi, gravano pesantemente i costi del lavoro, i costi energetici e, specialmente al Sud, la struttura produttiva delle aziende, fatta di piccole imprese, per lo più non organizzate tra loro in associazioni o in filiere di comparto.

Non vanno poi dimenticati il problema dell’intermediazione, che fa lievitare i prezzi al consumo, nonché gli effetti della globalizzazione e di un mercato estero sempre più competitivo che minaccia le produzioni italiane. A fronte delle suddette difficoltà del settore, dall’inizio dell’attuale legislatura non sono stati approntati provvedimenti idonei a trovare soluzioni strutturali.

L’ultima manovra Finanziaria approvata nello scorso luglio, che traccia le future linee dell’agenda politica di questo Governo, ha fortemente penalizzato il comparto agroalimentare riducendo gli stanziamenti relativi alla missione “Agricoltura, Politiche agroalimentari e pesca”, per un ammontare pari a 3.880.000 euro per il 2011 e 3.746.000 euro per ciascuno degli anni 2012 e 2013. A ciò vanno aggiunti i considerevoli tagli di risorse al Ministero delle politiche Agricole (anno 2011: 23.274.000 euro – anno 2012: 17.470.000 – anno 2013: 17.491.000) e l’abolizione di due strumenti fondamentali per i produttori: il bonus gasolio e lo sgravio dei contributi previdenziali, con una ricaduta sui costi di produzione che la Federagri quantifica in 200 milioni di euro.

Il Governo ha promesso da tempo un piano straordinario di interventi per il comparto, richiesto a gran voce anche dalla Commissione Politiche Agricole della Conferenza Stato-Regioni. Lo stesso disegno di legge per la “Competitività del settore agroalimentare” di iniziativa governativa, approvato in data 6 ottobre 2010 dalla Camera ed ora all’esame del Senato, presentato inizialmente come un provvedimento ambizioso è arrivato all’esame dell’Aula svuotato di contenuti e di risorse, privo di una forza strutturale di riordino del comparto e con il rischio di trasformarsi in un semplice aggravio sui costi di produzione.

Dati Eurostat infine, sembrerebbero confermare l’inadeguatezza di politiche strutturali riguardanti il settore in quanto rilevano che i redditi agricoli reali, in Italia, dal 2000 al 2009, sono diminuiti del 35,8% contro un aumento del 5,3% nei 27 Paesi dell’Unione Europea. “Abbiamo chiesto al Ministro Galan – conclude l’on Di Giuseppe – quali provvedimenti strutturali intende portare avanti per il comparto dell’agricoltura e quali azioni a breve termine intende porre in atto per sostenere i pur deboli segnali di ripresa rilevati dall’Istat nel settore che altrimenti sarà destinato a soccombere pur rappresentando un importante segmento della produttività italiana”.

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3 Commenti

  1. per l’onorevole di ginnastica
    ma come scrive bene, ma forse nonè farina del suo sacco. sarebbe meglio che tornasse a fare la professoressa di ginnastica, non il preside perchè tutti sanno. poi si permette di fare la moralista. a casa a fare la calza, che è meno dispensiosa per lo stato italiano e fa sicuramente meno danni.

  2. per lello
    forse è vero, soprattutto quando scrive contro l’eolico e sappiamo bene cosa ha combinato mentre era sindaco, quante autorizzazioni ha concesso e come si è tenuta vicino i due assessori, scusa dovevi dire procacciatori, d’affari.
    il problema è la memoria corta di alcune persone che vorrebbero dimenticare i mali e salvare il salvabile. ma c’è qualcosa da salvare? non mi sembra. torni a roseto degli abruzzi e vada in pensione. tanto due anni sei mesi e un giorno sono passati e ora oltre allapensione da preside ha anche quella da onerevole lombarda.