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CAMPOBASSO _ Il Consigliere regionale di Costruire democrazia Massimo Romano interviene in relazione alla notizia diffusa ieri dell’arresto in flagranza di un consigliere comunale di Larino che avrebbe intascato una tangente per la promessa di un posto di lavoro. “Non entro nel merito della vicenda giudiziaria, rispetto alla quale è necessario attendere gli sviluppi processuali soprattutto per capire, stando alle prime dichiarazioni del legale dell’arrestato, chi fossero i “reali destinatari” della presunta tangente” – afferma Massimo Romano.

 “Il dato preoccupante è il fenomeno del mercimonio di posti di lavoro, in cambio di soldi o anche in cambio di voti. Rivolgo un appello a tutti i giovani molisani a trovare il coraggio di denunciare questi fatti, a non aver paura di rompere quel muro di gomma e di omertà che troppo spesso condanna al silenzio le vittime di queste prevaricazioni che offendono e mortificano la dignità delle persone.” “Più volte, nell’ambito della mia attività istituzionale, ho denunciato sia pubblicamente che alle preposte autorità accadimenti suscettibili di integrare gli estremi di fattispecie penalmente rilevanti di voto di scambio, con riferimento ad assunzioni poco o per nulla trasparenti in amministrazioni pubbliche o in aziende partecipate dalla Regione che ricevono Milioni e Milioni di fondi pubblici e con riferimento al conferimento di incarichi di consulenza al di fuori di procedure concorsuali, molto spesso a ridosso di appuntamenti elettorali e talvolta senza alcun riscontro di titoli e di professionalità adeguati.”

“E’ evidente che a fronte della disoccupazione dilagante in regione, la possibilità per un giovane, per una madre o per un padre di famiglia che perde il posto di lavoro di ricevere una retribuzione, fosse anche solo un contratto di avventiziato per poche centinaia di euro o a mezzo di un contratto di formazione professionale per pochi euro ad ora rappresenta una “speranza” in cambio della quale si è disposti a tollerare di tutto, dalla pretesa del voto, all’obbligo di candidarsi in una lista o, come sembra si sia verificato nel caso di Larino, addirittura del denaro”. “Una prassi – conclude Romano – che sembra quasi non destare più indignazione, ma rispetto alla quale occorre invece reagire con assoluta intransigenza per ribadire che il lavoro è un diritto dei cittadini e non un “piacere” da chiedere al politico di turno che costringe poi ad una condizione di limitazione del libero esercizio del voto”.

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2 Commenti

  1. Questa e’ la demagogia piu’ squallida e spicciola che io abbia mai sentito! Ma come fa l’umile consigliere Romano ad attaccarsi a qualsiasi cosa pur di comparire sui giornali e sulle televisioni? Non ci voleva lui a dire queste cose…Si dovrebbe solo vergognare!