Massimo Romano
CAMPOBASSO _ Una manovra finanziaria presentata fuori tempo massimo. Il partenariato economico sociale che non partecipa alle audizioni e denuncia che è una presa in giro essere chiamati ad esprimere una opinione sul bilancio senza disporre neppure del tempo di leggerlo, e soprattutto sapendo che nessuna indicazione sarà mai essere recepita dal Governo regionale. Da alcuni mesi la Regione vive in uno stato confusionale, sul piano politico e sul piano amministrativo: dal 1 gennaio sono in carica due soli direttori generali (chi sono? Chi li ha nominati? Quando? Per quanto tempo? Con quali funzioni? Con quali retribuzioni?), molte deleghe assessorili, comprese quelle dei nuovi assessori, sono ancora vacanti o sconosciute (chi gestisce l’energia?
Chi è il responsabile del personale? Chi ha delega all’ambiente? Chi è l’assessore alla Cultura, sport, spettacolo?) Il bilancio e la legge finanziaria sono state scritte a quattro mani, le solite (quelle di Iorio e di Vitagliano), senza alcun coinvolgimento del Consiglio regionale e neppure dei componenti della Giunta (considerato che mancano del tutto riferimenti ad alcune politiche strategiche quali le attività produttive o l’ambiente).

In Commissione (dopo il danno la beffa!) è stata preannunciata la presentazione di un maxiemendamento, che come è accaduto negli anni scorsi, stravolgerà un equilibrio finanziario già precario, senza alcun vaglio preventivo di legittimità. Anche questa volta abbiamo rappresentato fino in fondo la nostra correttezza istituzionale ed il senso di responsabilità politica, partecipando ai lavori della Commissione, pretendendo che fossero convocate le parti sociali, rinunciando ad ogni forma di ostruzionismo formale.

La manovra di bilancio non ci convince perché non risolve nessuno dei problemi del sistema regionale. Anzi, li acuisce, con previsioni che sfiorano l’incoscienza (come l’idea di trasformare la già discutibile Molise Dati in centrale unica di committenza regionale…). Se Iorio e Vitagliano pensano di continuare di questo passo, con un accentramento totale di poteri, funzioni, compiti, al di fuori di ogni forma di partecipazione sociale, di lealtà istituzionale e di controllo democratico, facciano pure.

Sono liberissimi (fino a quando qualcuno non comincerà seriamente a chiedersi cosa sta effettivamente accadendo in Molise). Noi rinunciamo ad essere presi per i fondelli, dichiariamo di essere indisponibili a “trattative private” che si svolgano al di fuori delle sedi istituzionalmente competenti e denunciamo il rischio di un tracollo finanziario, sociale ed economico che si profila all’orizzonte del Molise.

Massimo ROMANO Costruire democrazia

Danilo LEVA Partito democratico

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