TERMOLI _ A pochi giorni ormai dalla chiusura dei termini per le iscrizioni al nuovo anno scolastico, i ragazzi e le famiglie alle prese con la difficile scelta della scuola a cui iscriversi, si trovano di fronte ad un marasma indescrivibile.

Il consiglio regionale, pare, e si sottolinea, pare, abbia deliberato sul dimensionamento scolastico, il che significa, che circola un documento, non ufficiale, nel quale sono riportate le nuove aggregazioni scolastiche che dovrebbero costituire la struttura dell’offerta formativa regionale. Prima di entrare nel merito delle decisioni iscritte in quel documento, diciamo subito che è gravissimo che a 5 giorni dalla chiusura dei termini perentori per le iscrizioni, le famiglie non abbiano una quadro chiaro dell’assetto scolastico della nostra regione.

Tanto per fare un esempio, su Termoli: abbiamo uno o due licei scientifici per le scienze applicate? Stando alle notizie fornite dagli organi di stampa, ce ne sarebbero 2, quello attivato presso il Liceo scientifico Alfano, supportato anche dalla bozza non ufficiale del consiglio regionale che circola, e quello presso l’Itis Majorana, rivendicato per continuità dal DS di quella scuola. Ci chiediamo, è ragionevole che in una piccola città ci siano due licei scientifici, è logico? Dove dovrà iscrivere una famiglia il proprio figlio? Questo è solo un esempio, perché se entriamo nel merito del documento che, ripetiamo circola solo in via non ufficiale, allora le illogicità si sprecano. Al punto che, secondo noi, chiamarlo documento è un eufemismo perché siamo di fronte ad un vero e proprio pateracchio. Emendamenti estemporanei, vere incursioni opportunistiche, hanno provocato uno stravolgimento totale di quanto deliberato nelle sedi assembleari deputate dalle legge alla predisposizione del piano. Procediamo per ordine.

La legge 233 del 1998 stabilisce un percorso chiaro e soprattutto, democratico, su come procedere per il dimensionamento scolastico, esso prevede il passaggio in un’assemblea di tutti i sindaci e di tutti i dirigenti scolastici,e del Direttore Generale dell’ufficio scolastico regionale, dove appunto si deve discutere e deliberare un documento da sottoporre poi all’approvazione del consiglio Regionale. Il presidente della provincia ha puntualmente, anzi diremo, puntigliosamente, realizzato quest’assemblea prevista dalla legge, assembla nella quale siamo stati invitati anche noi sindacati ad abundantiam, e la quale ha deliberato un documento all’unanimità che rappresenta una piattaforma condivisa e approvata democraticamente sul dimensionamento scolastico.

Cosa n è successo da allora? Il documento finisce sul tavolo dell’assessore regionale dott. Di Sandro, qui l’assessore,come era giusto che fosse, si è preoccupato di portare degli aggiustamenti migliorativi, e istituisce un tavolo tecnico, con una rappresentanza sindacale, istituzionale e scolastica. Lodevole iniziativa, apprezzata universalmente. Il tavolo si riunisce innumerevoli volte e vengono poste delle questioni chiare, vengono anche ascoltati altri assessori regionali ed il presidente della IV commissione cultura . Un gran bel lavoro, totalmente inutile, totalmente superfluo. Perché in sede deliberativa sono state prese decisioni esattamente contrarie a quelle emerse in quel tavolo. Volete un esempio.

E’ stato detto e ripetuto in quella sede che l’unica scuola a subire il dimensionamento a Termoli, l’istituto Tiberio, aveva posto come condizione per essere condivisa il rispetto della sua unitarietà e che non fosse smembrato nei due indirizzi che lo compongono. Nel documento ufficiale leggiamo che Tiberio è stato scempiato in due tronconi: il Nautico all’Itis e il Geometri al Commerciale. Non importa se la riforma ha assegnato entrambi i due indirizzi al settore tecnologico. Logico sarebbe l’accorpamento con l’Itis Majorana anch’esso istituto tecnologico, e non con il Commerciale che appartiene al settore economico. Ma non serve, né la logica, né la volontà dell’istituto, né le delibere democratiche in assemblea provinciale, né le passerelle al tavolo tecnico, le decisioni si fanno altrove. I soliti Mimì, Cocò e Filomena la pazza, hanno deciso per tutti, contro tutti.

Così stando le cose, noi come sindacato non possiamo dirci soddisfatti. Per questo stigmatizziamo gli atti di chi avrebbe dovuto garantire il rispetto delle procedure di legge e la volontà democraticamente espressa e non lo ha fatto , e siamo certi ne subiranno le conseguenze in termini di consenso. Certamente la responsabilità ricade sull’intero Consiglio Regionale che non ha saputo mediare né interpretare le reali volontà democratiche, né trovare una soluzione tecnica condivisa dai vari attori coninvolti , ma gravemente insufficiente è stata la gestione dell’ assessore di Sandro che ha animato tavoli tecnici che non sono serviti a niente. Inoltre va segnalata l’azione gravemente lesiva dei consiglieri Di Falco e Terzano che hanno proposto gli emendamenti finali causa della scissione impropria dell’Istituto Tiberio di Termoli. Una scissione vissuta come umiliante per il personale e per l’utenza di quella scuola.

Il segretario regionale Snals
VITTORIO MAJ

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