il Fatto QuotidianoTERMOLI _ I singolari corsi di formazione decisi dalla Giunta comunale sull’uso dei social media quali facebook e twitter sono approdati agli onori della cronaca nazionale nell’ambito di un’inchiesta condotta dal giornale nazionale “Il Fatto Quotidiano” sugli sprechi de “La Casta”La vicenda, scoperta dalla redazione di myNews e pubblicata mercoledì scorso in anteprima, ha destato non poco sconcerto non solo in Municipio dove non si parla d’altro da giorni, ma anche tra i cittadini a causa del difficile momento di crisi.

Sull’episodio, oggi, i consiglieri comunali di minoranza hanno presentato una interrogazione urgente in I Commissione consiliare inerente la discussa delibera 188 del 25 maggio scorso della Giunta municipale che incarica il professionista Antonello Barone, ex portavoce di Remo Di Giandomenico,  ad effettuare corsi di formazione a dipendenti e consiglieri comunali sull’uso di Social Network.

Sembrerebbe che l’amministrazione Di Brino ritenga importante che tutti i dipendenti sappiano utilizzare i nuovi strumenti comunicativi come Facebook, Twitter etc, e per farlo si è pensato bene di individuare una figura specializzata nel settore destinando 20.000 euro per l’assegnazione di tale incarico” si legge sull’interrogazione.

Articolo precedenteDi Brino replica myNews su formazione per Social Network: saremo più trasparenti
Articolo successivoSocial Media: Corsi di Fess….book

10 Commenti

  1. x Giunta Comunale
    Serviva l’intervento del Fatto Quotidiano per capire che di questi tempi certe spese vanno evitate? La gente monoreddito, in cassa integrazione,in mobilità, senza lavoro vale a dire la gente in serie difficoltà economiche pensa che le priorità sono altre e prima di spendere i soldi altrui,vale a dire dei contribuenti, bisognerebbe chiedersi se la stessa spesa sarebbe stata affrontata con soldi propri.
    Forse la vostra iniziativa è giusta ma non in questo periodo. Non tentate di spiegare le vostre ragioni perchè la gente non le capisce e ve lo dimostrerà alla prossima tornata elettorale.

  2. Contro questa delibera che, di questi tempi, può essere ritenuta giustamente “vergognosa” oltre al “Fatto Quotidiano” si è schierato solo il Movimento cinque Stelle di Termoli. Molti consiglieri di maggioranza hanno fatto sapere di non condividere la stessa pur non contestandola apertamente mentre tutti i consiglieri di minoranza sono rimasti in un colpevole silenzio. E’ mancato pure l’intervento di Filippo che interviene quotidianamente su tutti e su tutto, anche l’argomento non interessa a nessuno.

  3. Dal solito Articolista «scudiero» di questo sistema
    «E’ bastato che la polemica suscitata da alcune frange della maggioranza collegate a settori dell’informazione locale venisse amplificata sui media nazionali fra tutti la prima pagina del “Fatto Quotidiano”, portando Termoli sulla ribalta come un ente sciupone per far fare un passo indietro e retromarcia sui propositi di trasformare l’ amministrazione in un veicolo di servizi per i cittadini 2.0».

  4. Addirittura lo “scudiero” ha aperto anche un sondaggio “onLine”
    Corso di aggiornamento dei dipendenti comunali sui social network e successiva rinuncia. Cosa ne pensi?
    1) In tempo di crisi limitare le spese – 62,50%
    2) Peccato, poteva essere una cosa positiva per la collettività – 37,50%
    3) Tanto rumore per lotte interne alla maggioranza – 0,00%

  5. Il Fatto quotidiano: Sprechi e poltrone spartite, l’Italia affonda la casta resiste
    Il Fatto Quotidiano | 15 giugno 2012: “Molise. Corso Facebook a Termoli per i dipendenti comunali Vuoi chattare? Vuoi conquistare follewers, vuoi sapere come si crea un post, un hashtag? Vuoi cinguettare abilmente su Twitter e diventare il numero uno di Facebook? Devi studiare, imparare, formarti . Per questo al Comune di Termoli hanno pensato di chiamare un consulente. Pagato, ovviamente. C’è la crisi, anche i 32mila abitanti della cittadina sul mare del Molise soffrono per Imu, Tarsu e diavolerie fiscali simili, ma poco importa. Perché al giorno d’oggi, chi non naviga è perduto. Ecco allora spuntare la consulenza ad una società cittadina per istruire impiegati, messi e funzionari del Comune all’uso dei social network. Ci saranno veri e propri corsi di formazione e naturalmente una spesa annua di ventimila euro. Per fare una cosa che un ragazzino smanettatore fa ad occhi chiusi, dicono gli scettici. Il sindaco Antonio Di Brino, Pdl, la pensa in modo diverso: o Facebook o morte. Tanto che voleva elevare il compenso a 30mila euro, cosa che i suoi assessori, assaliti da improvviso rossore, hanno impedito. Ecco la delibera, la n.188 del 24-05-2012: “É necessario e opportuno che la comunicazione e la capacità di essere trasparenti nella gestione dei rapporti tra i cittadini e la Pubblica Amministrazione passi attraverso un uso corretto dei social media che negli ultimi tempi hanno avuto una evoluzione rapidissima ed il cui uso si è esteso ad un numero sempre più crescente di cittadini che si relazionano con la Pubblica Amministrazione e che dalla stessa vogliono risposte in tempi rapidi. Ritenuto opportuno organizzare dei percorsi formativi per i dipendenti dell’Ente (…) affidandone la realizzazione a società specializzata nel settore e che abbia esperienza di accompagnamento delle Pubbliche Amministrazioni nei temi della comunicazione e dell’innovazione”.
    di Luca Fieramosca

  6. Corso di aggiornamento dei dipendenti comunali sui social “trabucchë” (si pronuncia Tra-book). Cosa ne pensi?
    1)Timpe de guerre päne de vecce (In tempo di guerra si mangia pane di veccia. Accontentarsi del poco e tentare di sopravvivere)
    2)’U pesce puzze da cocce?(Il pesce puzza dalla testa?)
    3)’U male guvernäte ‘u guverne Criste (Del popolo mal governato ,dai politici sopravvive perché, Dio stesso se ne prende direttamente cura)

  7. CI VUOLE COSì POCO
    Una cittadina con un mare stupewndo e un centro storico che si affaccia sul mare su un promontorio..purtroppo la mentalità è ancora primitiva, il lungomare è trscurato e senza vita . Che ci vuole a mettere un pò di piantine colorate?

  8. La rete cambia con le persone
    In questo caso il problema non è stato, sicuramente, il mezzo o lo strumento: il vero problema sono stati i costi e la modalità d’inserimento del progetto in un contesto sociale poco felice.