Nicola D’Ascanio
TERMOLI _ “Come cittadini non possiamo che prendere atto, con amarezza, dell’evidente peggioramento delle condizioni ambientali e territoriali della nostra realtà regionale. Come nuova classe di governo dobbiamo invece lavorare perché questa insensibilità mostrata dal Governo regionale diventi un ricordo, nelle parole e nei fatti, che dovranno vederci impegnati verso uno sviluppo sano e sostenibile”. Nicola D’Ascanio, candidato alle Primarie del centrosinistra per il movimento “Cambiamo il Molise”, interviene sul tema delle politiche ambientali e di salvaguardia del patrimonio territoriale alla luce della diffusione dei dati elaborati da Goletta Verde, la campagna di monitoraggio e di informazione di Legambiente sullo stato di salute delle acque e delle coste italiane.

“Il Governo regionale del presidente Michele Iorio si è contraddistinto per l’assenza di norme di salvaguardia e di strumenti di pianificazione del territorio. Ricordo che da oltre due anni – spiega Nicola D’Ascanio – giace presso la segreteria della Presidenza di Giunta regionale la richiesta avanzata dalla Provincia di Campobasso per l’approvazione del Piano Territoriale di Coordinamento, strumento fondamentale di conoscenza del territorio oltre che contenitore di criteri per la sua salvaguardia e la sua valorizzazione. Pilastri che sono alla base di ogni ragionamento che abbia davvero a cuore tutela e crescita sostenibile. E ancora una volta mi vedo costretto a denunciare che il Molise è l’unica regione d’Italia che ancora non riesce a dotarsi di un Piano Urbanistico Regionale.

Gli ultimi tentativi di incrementare i volumi abitativi – continua ancora Nicola D’Ascanio – autorizzati dalla Regione hanno evidenziato una forte contraddizione: da una parte si assiste, inermi, al progressivo depauperamento dei territori che avviene attraverso lo spopolamento, dall’altra però si pensa di aumentare la cementificazione attraverso l’incremento delle cubature, dimenticando che lo sviluppo del settore, anch’esso da coniugare, può essere realizzato attraverso un grande piano di risanamento e ristrutturazione sostenibile, anche ai fini energetici, partendo proprio dai centri storici e dai borghi che sono cuore ed identità della nostra terra.

Si impone, insomma, una nuova programmazione che affronti tutti i temi emergenziali che sono presenti nell’ambiente e sul territorio, che sia anche un’occasione di riscatto rispetto a condizioni di lassismo e di abbandono che hanno portato il Molise a terribili disastri e a danni incalcolabili. Sarà compito nostro affrontare le problematiche della sicurezza del territorio in tutti i suoi aspetti, con un radicale cambiamento di azione e di cultura politica che porti a risolvere le criticità presenti e, da questo, faccia scaturire anche occasioni di sviluppo, di crescita e di ricchezza culturale e sociale”.

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1 commento

  1. sviluppo sostenibile
    Quando si usano parole come “sviluppo sostenibile”, “sviluppo sano”, in realtà si intende che si vogliono mettere dei vincoli allo sviluppo. E questo, anche se di per sé sarebbe bello, significa mettere freni allo sviluppo. Ora, in una regione dove ci sono 40.000 disoccupati, e dove le uniche politiche fatte fino ad ora sono state quelle del cappello in mano per pochi e della valigia per molti, soprattutto giovani, è sensato mettere dei vincoli e dei freni allo sviluppo.
    Un conto è la politica delle buone intenzioni, altra è la volontà di risolvere i problemi.