TERMOLI _ Le dichiarazioni di Matteo Caruso, rilasciate alla stampa locale circa una presunta azione mirata, da parte del centrodestra a distruggere Termoli con lo scopo di farne cadere l’amministrazione mi trovano in completo disaccordo. Anzi sono veramente contrariato da queste ed altre assurde dichiarazioni. Intanto cominciamo col dire che se questa amministrazione proseguirà il proprio percorso amministrativo, a mio avviso assolutamente positivo, ebbene questo dipenderà esclusivamente dai consiglieri di maggioranza, quelli eletti in una competizione democratica, non certo da chiunque cercasse di farlo dall’esterno né da Matteo Caruso il quale non è stato indicato a rappresentare la città di Termoli.
Egli, per cominciare, non ha saputo affatto gestire la delicata situazione legata ad una temporanea, seppur controversa, posizione di Francesco Di Falco all’interno del Consiglio di Amministrazione del Nucleo Industriale.

Altresì, occorre sottolineare come proprio nella questione “Di Falco”, l’intemperanza e l’irascibilità di Matteo Caruso presero il sopravvento trascinando il Sindaco e l’intera amministrazione in una crisi politica improduttiva i cui strascichi sono ancora oggi evidenti.

In altre parole Matteo Caruso non è riuscito a rappresentare questa amministrazione con lo stile garbato che ci si sarebbe aspettato in un mandato al Cosib che doveva essere di mediazione e finalizzato ad ottenere risultati positivi, non altrimenti raggiungibili con i modi bruschi dettati dalla protervia e dall’iracondia.

Per quanto riguarda invece la questione legata alle recenti vicende del Cosib io credo che ci troviamo di fronte ad una evoluzione naturale delle cose. Una sorta di progressivo ed ineludibile spostamento dell’interesse e degli interessi nella politica industriale che si spalma sui comuni dell’unione prospicienti la fascia costiera. Non mi sembra giusto né sensato contrapporsi a questo processo fisiologico che a mio avviso non esclude Termoli, ma che responsabilizza chi se ne fa carico ed i cui risvolti saranno positivi per rilanciare concretamente l’economia bassomolisana prima e regionale poi.

Non più un solo capofila nelle questioni industriali, perciò lasciamo che tutti si rendano diligenti nel creare i presupposti affinchè approdino imprese virtuose.
Cambia così inaspettatamente il ruolo di Termoli. Un ruolo di vigilanza ora, possibile grazie alla predominanza territoriale, rivolto a garantire l’insediamento vantaggioso di nuove imprese ed a favorire l’allontanamento di quelle a rischio.
Termoli non può più guardare ad uno sviluppo basato sul secondario e sul terziario, ormai non più soddisfacenti per le risorse che la città può vantare, ma deve puntare sul terziario avanzato, Deve completare con un corollario questo processo evolutivo e scommettere sulle proprie peculiarità che sono le ricchezze naturali, storiche, architettoniche, culturali, commerciali e artigianali.

Deve incentivare i servizi di comunicazione come la viabilità stradale e ferroviaria, i trasporti marittimi, favorire gli insediamenti scolastici ed universitari, tutto ciò che è connesso al mare compresi gli sport acquatici (la pesca sportiva, subacquea e d’altura, la nautica, la motonautica, la vela), completare e perfezionare i servizi di ospitalità quali la ristorazione, l’alberghiero ed ogni sevizio che attiene al turismo annuale oltre che stagionale, migliorare il traffico cittadino, aumentare e razionalizzare i parcheggi, ottimizzare la qualità igienica della città attraverso la delocalizzazione dell’impianto di depurazione e la ricostruzione di una rete fognante e, in ragione delle virtù dimostrate rispetto ad altre realtà regionali nel frangente che ha investito la sanità molisana, riconquistare la leadership nei servizi sanitari.

Non occorre far altro che quanto ci si era proposto di fare e quindi attendere che i Sindaci ed i cittadini dell’”Unione dei Comuni”, virtuosi ed ormai benestanti vengano per acquistare, investire, studiare, divertirsi, in modo che Termoli possa ottenere l’obbiettivo che si era prefisso per poter riportare il proprio PIL a livelli di standard economici che più si confanno alle potenzialità della città ed il ruolo di capofila che gli spetta, quello di unico e vero polo di attrazione regionale.

Per concludere ritengo che questo sia il modo migliore per fare politica, una buona politica che non sia quella che si basa sulla logica stanca e ripetitiva della difesa ad oltranza del gettonato “gettone” e delle poltrone. Poco importa che siano occupate da Del Torto o da chiunque altro possa essere causa perché si diserti un consiglio monotematico sul nucleare. Ciò che importa invece è rivedere la posizione della città di Termoli alla luce di nuove ed inderogabili esigenze al fine di sancire definitivamente, dandone esempio concreto, l’inizio di una politica diversa e rivolta esclusivamente al bene comune.

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