ROMA _ “Creare sempre nuove sinergie tra Governo centrale, Governi regionali e C.G.I.E. per rinsaldare i rapporti con gli italiani nel mondo; coinvolgere attivamente i nostri connazionali in programmi e attività tesi ad un continuo interscambio di carattere culturale e linguistico; responsabilizzare gli italiani all’estero, sostenendone le azioni, nella diffusione della lingua, della cultura, delle tradizioni e dei valori che caratterizzano la società italiana; attivare politiche comuni di cooperazione decentrata e di programmazione strategica nel campo della ricerca e della formazione che vedano proprio gli italiani all’estero fruitori ed attori; sostenere le politiche per gli italiani all’estero non solo con i fondi della spesa corrente e ordinaria ma con risorse da reperire tra quelle per gli investimenti, ritenendo ogni azione da realizzare volta a creare attività di sviluppo e crescita socio-economica”. Questi i punti salienti delle proposte del Vice Presidente della Conferenza delle Regioni (Presidente della Regione Molise) Michele Iorio alla Terza Assemblea Plenaria della Conferenza Permanente Stato-Regioni e Province autonome – Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE) apertasi in mattinata a Villa Madama a Roma. “Per la mia regione -ha continuato Iorio- la storia del novecento è legata sicuramente in modo indissolubile al fenomeno dell’emigrazione e a ciò che esso ha significato per i singoli che partivano e per le comunità che restavano. Questo ha fatto sì che proprio il Molise è una delle regioni d’Italia più colpite dal punto di vista percentuale dall’esodo migratorio in altri Stati.

Oggi il Molise ha 320 mila abitanti residenti in regione e altre centinaia di migliaia che vivono all’estero. Per questo, negli ultimi anni,come Governo regionale abbiamo attivato una serie di iniziative per riallacciare i rapporti con i nostri corregionali e farli sentire ancora italiani e molisani. Come dico sempre: mi sento Presidente di un grande Molise i cui cittadini si distinguono solo per dove vivono, ma hanno la stessa cultura, gli stessi valori e le stesse tradizioni. Credo che questa impostazione possa essere allargata anche a livello nazionale: dobbiamo pensare ad un Italia fatta di 58 milioni di abitanti che vivono sul territorio nazionale e altri 29 milioni che risiedono in Paesi esteri. Tutti però italiani e tutti portatori in egual misura della cultura e della civiltà italiana”. “Gli Italiani all’estero sono –ha concluso Iorio- i migliori promotori della cultura italiana. Per sostenerli in questa loro attività dobbiamo investire principalmente nella conoscenza della lingua italiana.

Dobbiamo non solo limitarci ad organizzare e sostenere corsi di lingua, dobbiamo incidere sull’interesse delle nuove generazioni ad imparare l’italiano come punto di accesso alla nostra cultura millenaria. E’ evidente che qui dobbiamo lavorare insieme allo Stato centrale e al C.G.I.E. per mettere insieme le iniziative più appropriate e renderle il più possibile incisive. In quest’ottica potrebbe rivelarsi utile pensare, come ad una condizione sostanziale, la conoscenza dell’Italiano per l’acquisizione della cittadinanza per i discendenti dei connazionali che vivono all’estero. Non certo una forma di obbligatorietà ma un modo per incentivare la conoscenza di una lingua che deve essere la chiave di accesso per una cultura complessa e importante come la nostra”.

Hanno aperto i lavori dell’Assemblea il Sottosegretario agli Affari Esteri, sen Alferedo Mantica, e il Segretario Generale del C.G.I.E., Elio Carozza. Hanno concluso l’incontro il Ministro degli Esteri, Franco Frattini, e il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta.

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