TERMOLI – Il Rapporto Cave 2014 di Legambiente traccia lo stato aggiornato dei numeri, dei guadagni e del quadro normativo del settore facendo il punto sulla situazione italiana e ragionando sulle proposte per ridurre l’impatto ambientale dell’attività nel territorio. Da questo rapporto, se analizzato attentamente, emergono anche altri dati importanti.

Uno dei più rilevanti è il ruolo che le cave, soprattutto quelle dismesse, possono avere ed hanno avuto nelle attività di interramento dei rifiuti tossici da parte della criminalità organizzata. Uno dei luoghi che a nostro parere desta notevoli interrogativi è proprio la nostra regione. In Molise, ad oggi, esistono 65 cave attive e ben 545 dismesse (cfr. grafico), un numero sconvolgente se paragonato a quello di altre regioni territorialmente molto più estese. Nella nostra regione, inoltre, non esiste un vero e proprio piano cave: l’ultima regolamentazione della materia risale al 2005.

Se si considera il peso che la criminalità organizzata ha avuto nella gestione e nel controllo delle cave, la circostanza diviene particolarmente preoccupante. Di fatto, siamo di fronte ad una situazione priva di regolamentazione. Sulla base di questi dati, Co.Re.A. richiama l’attenzione sul controllo e sul monitoraggio di tutte queste cave – soprattutto quelle dismesse – che potrebbero essere (se non lo sono già) facili prede per la criminalità organizzata in quanto fonte miliardaria di guadagni senza regole e controlli.

Il rapporto 2014 segnala come la situazione sia molto preoccupante in varie regioni tra cui in primo piano il Molise dove non essendo in vigore un piano cave tutto il potere è nelle mani di chi concede le autorizzazioni. Noi riteniamo inaccettabile – soprattutto alla luce dei vari scempi ambientali presenti sul nostro territorio – che ancor oggi persista un sistema privo di regole specifiche.

Vorremmo anche conoscere se la Regione provvede o ha già provveduto alle seguenti funzioni: 1) elaborare il Piano Regionale delle Cave; 2) elaborare il Catasto delle Cave; 3) disporre sopralluoghi per la verifica dell’attuazione delle opere di ripristino ambientale; 4) esercitare le attività di vigilanza e controllo in materia di polizia mineraria. Vorremmo, infine, chiedere un monitoraggio ed una analisi di tutte le cave dismesse in Molise per escludere che in qualcuna di esse (e sono 545) vi siano interrati o sepolti in profondità rifiuti tossici o altri materiali altamente inquinanti.

(Vincenzo Musacchio – Presidente Commissione Regionale Anticorruzione del Molise)

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