OscarScurtiTermoli
il consigliere comunale del PD Oscar Scurti

TERMOLI – L’assemblea aperta e partecipata di iscritti e simpatizzanti PD di martedì 2 luglio ha offerto proposte e linee interpretative sul futuro della sanità basso molisana e più in generale della stessa regione Molise, quale luogo deputato alla espressione della sovranità e autonomia del popolo molisano. Un’analisi cruda e asciutta dell’operato del commissario Giustini delinea inequivocabilmente un progetto definito e puntuale di smantellamento della sanità pubblica, partendo dal Molise, da quella Regione che forse nell’immaginario politico romano non è capace di esprimere una resistenza civile forte e qualificata.

Oggi in Regione e a Termoli operano due amministrazioni in evidente continuità con quel governo regionale, che, tra il 2008 e il 2012, è riuscito ad accumulare 600 milioni di debito, ponendo il Molise nella condizione patologica cronica del piano di rientro e del blocco del turn over. Per questo esse non si possono considerare indenni da responsabilità. E se la tutela della sanità pubblica molisana non deve avere colore politico, va ricordato che il gruppo consiliare PD già nel novembre 2018 aveva sollevato l’allarme sul rischio della chiusura del punto nascite e di altri reparti. Sta di fatto che il commissario ad acta ha atteso otto inspiegabili mesi per intervenire: nel frattempo i cittadini molisani si sono dovuti far carico di un ulteriore aumento delle addizionali regionali.

E non si spiega il comportamento dell’Agenas che, da ente di controllo esterno, ma organico al ministero della salute, avrebbe dovuto consegnare il nuovo piano operativo sanitario entro il 30 giugno. Ma può l’Agenas scrivere un POS (Programma Operativo Sanitario) che garantisca la tenuta dei conti in un territorio che non ha i numeri per sostenere i conti? La contraddizione tra parole e fatti, la dicotomia strutturale endemica che vincola le amministrazioni di centrodestra impedisce loro di poter difendere con gli atti la sanità molisana. In questo contesto diventa determinante il ruolo che il PD PUÒ E DEVE svolgere per ricostruire e reimpostare il futuro della sanità e della nostra Regione.

La prima via, pragmatica e obbligata, è quella giudiziaria. Le illegittimità presenti nel provvedimento del commissario ad acta offrono l’arma del ricorso al Tar, perché il provvedimento si esprime durante la vigenza del POS 2015/18, ancora in vigore. E anche perché carente in alcuni punti, quali ad esempio la gestione delle urgenze.

La seconda via, programmatica e politica, prevede che il PD coordini le istanze del territorio, delle parti sociali, dei sindacati, delle associazioni, degli interlocutori sensibili e di tutti i cittadini. Compito del partito è chiedere conto della gestione del servizio sanitario nazionale e delle mancate assunzioni del personale necessario per evitare che interi reparti vengano chiusi anche in nome della sbandierata mancanza di sicurezza. Si confonde l’effetto per la causa!

Oggi più che mai, il PD, partito solido e responsabile, ha il dovere di sollecitare le coscienze, ha il dovere di intervenire.
Il Molise c’è. Il PD c’è. Tocca a noi!

Maricetta Chimisso
Commissario del Circolo PD di Termoli

Oscar D. Scurti
Segretario di Federazione PD del Basso Molise

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