CAMPOBASSO _ In riferimento alle notizie apparse su IL MESSAGGERO del 21.11.2010 e su altri organi di stampa nazionali e locali, circa la disponibilità data dal Presidente della Regione Molise, a accogliere i rifiuti campani, denuncio l’impraticabilità di tale evenienza per l’assenza di strutture idonee, di discariche adeguate e di centri di stoccaggio per rifiuti pericolosi e speciali. In Molise vige un Piano Regionale dei Rifiuti superato che risale al 2003, assolutamente inadeguato rispetto agli obblighi previsti dal T.U. Ambientale ( Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 così come modificato dal D.L. n. 128 del 29.06.2010 ).

Nella Regione non sono mai state istituite le Autorità d’Ambito ex-art. 201, comma 1 del D.L. 152/2006, persiste uno stato confusionale rispetto agli Ambiti Territoriali Ottimali, la raccolta differenziata col 6,6% ci pone agli ultimi posti in Italia, il recupero di carta, plastica, alluminio e vetro è minimale, le discariche di Tufo Colonico di Isernia, di Montagano e di Guglionesi, sono già insufficienti per i rifiuti solidi urbani del Molise e la gravissima carenza di personale presso l’Assessorato all’Ambiente espone la Regione anche a rischi penali di interruzioni di pubblico servizio evidenziati con nota ufficiale del dirigente preposto. Il Molise produce annualmente 130 mila tonnellate di rifiuti e ne smaltisce nelle proprie strutture 300 mila tonnellate grazie a impianti di incenerimento quali la Energonut di POZZILLI (IS) che giungono a bruciare fino a 100 mila tonnellate annue o la Colacem e diverse Centrali a Biomasse che ne bruciano per altre decine di migliaia.

A ciò si aggiunga che nelle tre discariche regionali arrivano il 25% di rifiuti solidi urbani, pari a 36 mila tonnellate, da fuori regione e che vari impianti di depurazione a partire da quello del Nucleo Industriale di Termoli hanno stretto accordi per lo smaltimento di percolato campano e di altri luoghi. Nel centro di stoccaggio di rifiuti tossici ex-Pasil di Limosano (CB) ci sono stati problemi giudiziari con vicende poco edificanti e i recenti avvelenamenti degli invasi di Occhito e del Liscione con anomale morie di pesci ed alghe rosse obbliga le istituzioni a intensificare i controlli visto che parte di tale acqua, dopo i trattamenti di rito, viene immessa per usi domestici in Basso Molise e nella provincia di Foggia. Da ultimo è agli atti della Direzione Nazionale Antimafia l’attenzione dei Clan della Criminalità Organizzata circa lo smaltimento illecito di rifiuti in Molise con denunce fatte dalla Chiesa e dalla stampa nazionale che sono stati riprese in varie interrogazioni parlamentari protocollate nelle ultime settimane. Si rileva che la nostra Regione è un bacino idrico naturale che da mezzo secolo fornisce grandi quantitativi di acqua alla Campania e alla Puglia.

Quindi un eventuale avvelenamento del suolo con interramenti di rifiuti tossici nelle cave abbandonate o attraverso scavi, come avvenuto in provincia di Caserta, comprometterebbe in prospettiva non solo l’utilizzo a fini agricoli di quei terreni con connessi problemi di impatto ambientale e rischi per la salute umana ma anche le sorgenti che garantiscono la fornitura di acqua potabile per milioni di cittadini campani, pugliesi e molisani. Per via delle summenzionate considerazioni è assolutamente impraticabile la soluzione paventata dal Presidente della Giunta circa la disponibilità ad accogliere i rifiuti di Napoli, non per assenza di responsabilità e di solidarietà stante il fatto che già oggi in Molise si smaltiscono rifiuti extra-regionali per quantitativi superiori a quelli prodotti sul territorio, ma per inadeguatezza del Piano Regionale e assenza di strutture idonee, centri di stoccaggio e discariche adeguate. Ogni decisione su tale materia va portata in Consiglio Regionale, informando e coinvolgendo la massima istituzione elettiva del Molise.

Michele Petraroia

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