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VENAFRO _ “Il tribunale di Campobasso ha adottato una sentenza che non mi convince e che non ricostruisce la successione effettiva dei fatti che risalgono al lontano 2003. La decisione esclude che avrei concorso in una truffa a danno della Regione e stabilisce, al tempo stesso, che avrei, come privato cittadino, concorso nell’abuso d’ufficio che si assume commesso da un dipendente pubblico.

Costui avrebbe, a parere dei giudici, rilasciato una autorizzazione sanitaria necessaria al funzionamento della struttura di Salcito adottando una sorta di presunto favoritismo. Autorizzazione che, ironia della sorte, è stata concessa dopo ben tre anni e mezzo dalla richiesta e solo dopo ricorsi al Tar Molise e numerose denunce alla Procura della Repubblica di Campobasso e Isernia, oltre a molteplici diffide a provvedere ad una legittima istanza. Ebbene, vorrei precisare, che in casi analoghi, prodotti e documentati in sede di giudizio, tali autorizzazioni sono state rilasciate in un tempo assai ridotto: da un giorno fino a massimo tre, quattro mesi.

Tuttavia, sempre nel massimo rispetto della sentenza emessa dal tribunale, al cui esame gradirei sottolineare non mi sono mai sottratto con costante presenza in udienza, rinunciando ad avvalermi della mia funzione di europarlamentare per scongiurare periodici rinvii, auspico un tempestivo deposito della sentenza per consentire ai miei legali di predisporre immediato appello e scongiurare così l’alto rischio di prescrizione del quale non intendo assolutamente avvalermi. Ho intenzione, infatti, di percorrere l’intero iter giudiziario, consapevole di essere estraneo anche rispetto a quest’ultima e marginale accusa”.  

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