TERMOLI _ Mentre restiamo ancora in fiduciosa attesa delle iniziative, alle quali rinnoviamo il nostro sostegno, a favore dello stabilimento, delle imprese e dei dipendenti che il Sindaco Di Brino ha preso a seguito delle nostre segnalazioni riguardanti lo Zuccherificio, ci troviamo a registrare lo sconcerto, da parte della direzione della società saccarifera, espresso con un comunicato stampa.

Lontano da noi l’intento di voler aprire una polemica con la direzione dello stabilimento, ma non possiamo non riscontrare, con amarezza, quanto asserito nel loro comunicato stampa apportando qualche chiarimento.

Risulta anche a noi che lo Zuccherificio del Molise è una società per azioni e regolata dal codice civile; è anche noto che la società ha una partecipazione pubblica di maggioranza con la presenza della Regione Molise e la Regione Puglia. E’ risaputa anche la scelta, coraggiosa, della Regione Molise di voler continuare a produrre zucchero, scelta che ha portato ad essere oggi l’unico stabilimento del Centro Sud, impegnando fin ora la non modica cifra (soldi pubblici) di 50 milioni di euro; altrettanto coraggio ha dimostrato la Regione nel modificare lo statuto societario, consentendo di affidare la conduzione al socio privato minoritario. Non è il caso ora di stare a puntualizzare le procedure in atto da tempo da parte della magistratura amministrativa e contabile, i cui esiti destano molta preoccupaizone in tutto il territorio del Basso Molise.

Pertanto riteniamo ingeneroso tacciare come ingerenza l’attenzione che amministratori pubblici prestano e richiamano, nelle sedi opportune, verso lo stabilimento. Sconcerto è da parte nostra essere stati “redarguiti” come se non avessimo, noi eletti e rappresentanti del popolo, titoli per interessarci di argomenti che hanno grossi riflessi nel bene o nel male sulla collettività che rappresentiamo. Per noi, è per altre istituzioni, politiche e sindacali, deve essere obbligo primario programmare e realizzare lo sviluppo economico e sociale del territorio che ci onoriamo di rappresentare. Ciò è compito principe della politica! Conoscere la geografia, ma soprattutto la storia, facilita, con la dovuta attenzione, ad evitare il ripetersi delle negatività che ultimamente e ancora oggi interessano il nostro Molise.

Non vi è zona della regione che non è stata o è interessata alla chiusura di stabilimenti ed aziende con l’incremento della cassa integrazione, mobilità e licenziamenti di personale. Anche il Basso Molise, come il resto del territorio regionale, risente dei momenti sfavorevoli: non vi sono più da alcuni anni nuovi insediamenti nel Nucleo Industriale della Valle del Biferno; le aziende attualmente insediate sono in crisi di commesse, scarsa liquidità e disponibilità da parte di istituti di credito a far fronte alle problematiche finanziarie. Pertanto riteniamo fondamentale continuare a vigilare con la massima attenzione, senza lasciarci nè intimidire, nè distrarre da altre questioni, oggi di moda, che non hanno nulla a che fare con i veri problemi che attanagliano i cittadini.

Non si può neanche solo pensare ad un mancato raggiungimento del rilancio dello Zuccherificio del Molise, sarebbe come dare per il futuro un’unica speranza: la disoccupazione, mentre è nostro preciso dovere impegnarci per raggiungere l’obiettivo positivo a beneficio si del privato, ma soprattutto a tutela delle aziende e del personale del nostro territorio. Non vorremmo cioè che alla fine questo zucchero divenisse AMARO!

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4 Commenti

  1. Pentimento
    Per molto tempo sono stato vicino e ho sostenuto Vitagliano. Nelle ultime elezioni comunali ho votato per Di Brino. Visto i risultati e come il territorio è bistrattato, riconosco di avere sbagliato, mi pento di non aver sostenuto Di Giandomenico alle comunali.Spero tanto che Di Giandomenico continua a distinguersi sempre più da Iorio, Vitagliano, Di Giacomo e compagnia bella e si faccia portatore vero dei problemi del Basso Molise. Di Giandomenico sono certo potrà avere molto seguito se abbandona la PDL e costituirà un nuovo movimento autonomo aggregando e dando spazio ai giovani, visto la classe politica che ci rappresenta resta l’ultima speranza.