CAMPOBASSO _ La prima manovra finanziaria del Governo Monti è passata con voto di fiducia alla Camera. Tra le proteste della Lega e le assenze del PdL, due partiti che sembrano avere dimenticato che la maggiore responsabilità del disastro italiano è tutta colpa loro, della loro incapacità a governare, delle loro politiche tutte a favore della casta e dei vari potentati. Messe bene in chiaro le responsabilità di Berlusconi e del suo governo, tuttavia, l’esordio di Monti ha deluso molte aspettative. La manovra del Governo Monti non presenta alcun cambiamento concreto rispetto alle politiche antipopolari del Governo Berlusconi che hanno messo in discussione salari, servizi e diritti senza favorire la crescita ma anzi determinando maggiore disoccupazione.

La CGIL e le risvegliate CISL e UIL, dopo lo sciopero del 12 dicembre, hanno proclamato l’astensione dal lavoro, il 19 dicembre, in tutti i settori pubblici e della conoscenza, quindi anche scuola, università, ricerca, Afam e formazione professionalE. Le misure per uscire dalla crisi sono infatti troppo inique e ancora troppo a carico dei lavoratori, dei pensionati e delle fasce più deboli. 30 miliardi di euro che si aggiungono ai 200 delle manovre berlusconiane. L’aumento dell’Iva, l’introduzione dell’Ici sulla prima casa, la deindicizzazione delle pensioni oltre i 1.400 euro lordi, la tassa sui conti correnti sono interventi che colpiscono nel mucchio le famiglie e i loro redditi, ma anche il funzionamento dei nostri settori. Sui quali, peraltro, nonostante le dichiarazioni di principio, il governo tace. Niente investimenti per la crescita, niente investimenti né politiche per la conoscenza. Troppa timidezza verso le grandi ricchezze e le lobbies più potenti che escono ancora una volta indenni.

Per quanto riguarda i settori pubblici la manovra è particolarmente iniqua e classista. Non sono bastati i blocchi dei contratti e della contrattazione, gli interventi continui sulle pensioni, il rinvio del pagamento del TFR, il blocco del turn over e il licenziamento di migliaia di precari! Con la ulteriore manovra finanziaria si penalizzano i lavoratori dei settori della conoscenza. È ingiusto l’ennesimo intervento sull’innalzamento ulteriore dei limiti d’età per il pensionamento e la fine delle pensione di anzianità. Siamo arrivati perfino alle discriminazioni dei lavoratori pubblici come è evidente con l’emendamento che introduce solo per i settori privati una parziale, anche se ancora inadeguata, gradualità nel superamento delle cosiddette quote. Occorre cambiare la manovra per rispondere a quei criteri di equità e crescita del tutto assenti. Lo sciopero di oggi, con significative astensioni dal lavoro, ha avuto una buona riuscita nelle scuole molisane, all’Università ed al Conservatorio. E’ solo l’inizio di una lunga fase di mobilitazione se il Governo Monti non cambia registro.

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