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CAMPOBASSO _ “Una legge che detti i criteri ma che definisca i tempi, crei nuovi e più utili strumenti amministrativi, riporti nell’alveo d’interesse i comuni realmente danneggiati dal sisma, attribuisca la certezza dei ruoli e tenga nella debita considerazione le professionalità che nel frattempo si sono formate all’interno delle struttura commissariale e degli uffici tecnici dei comuni”. È quanto sollecita Paolo di Laura Frattura a margine del provvedimento di proroga dello stato di criticità derivante dal sisma del 2002 che è ancora all’attenzione del Governo Monti per la firma che dovrebbe essere apposta entro oggi.

“Il provvedimento del governo Monti deve indurci ad una riflessione più ampia e che, come ho sempre sostenuto, abbia orizzonti più vasti e di lunga durata. Oggi, alla luce delle decisioni assunte dal presidente del Consiglio dei Ministri e fortemente criticate dalla struttura commissariale che le addebita alle “polemiche sollevate in maniera arbitraria e qualche volta irresponsabile” da parte di “qualche oppositore e disfattista”, occorre rimarcare innanzitutto come il tempo concesso per chiudere la fase della criticità sia oggettivamente insufficiente a terminare quanto ancora c’è da fare.

Resta però inteso che la ristretta dimensione temporale che oggi non sembra spaventare il commissario – alla luce delle dichiarazioni rese alla stampa – rappresenta un evidente monito affinché sia superata, anche per la questione ricostruzione, una logica di governo regionale che – in tutti gli ambiti di intervento – è troppo spesso improntata all’emergenza e alle soluzioni tampone. Se nel marzo del 2012, a distanza di quasi dieci anni dal terremoto del Molise, ci sono ancora centinaia di famiglie che non sono nelle condizioni di rientrare nelle loro abitazioni danneggiate a fronte di corposi stanziamenti di denaro, qualche considerazione in più non può essere evitata e di certo non è possibile addebitare la risposta del Governo nazionale ai “soliti gufi” che hanno rimarcato negli anni le tante, troppe criticità evidenziate dall’operato della struttura commissariale.

Adesso, in questa contingenza, con una scadenza così ravvicinata e con un elenco lungo di criticità alle quali dare risposta per imposizione di scelte governative, diventa prioritario – per dare un imprinting che sia indirizzato alla soluzione e non alla mera gestione del day by day – individuare la strategia programmatica in grado di elaborare una legge che consenta la gestione diretta della fase della ricostruzione. Sarà il caso di ricordare che una proposta simile fu avanzata dal centrosinistra nel 2003 e che quella idea che oggi possiamo di certo definire lungimirante, venne bocciata perché si ritenne, allora, che avrebbe allungato i tempi della ricostruzione…. Oggi, alla luce della tempistica che la ricostruzione ha evidenziato in questi 10 anni e nella considerazione delle ripercussioni concrete di queste vicende sulla vita di migliaia di molisani, questi passaggi vanno ricordati con forza a chi si sente colpito ingiustamente da “polemiche e accuse”. E’ prioritario arrivare ad una conclusione che renda finalmente giustizia a chi, in questi lunghi anni, ha vissuto sulla propria pelle le conseguenze di quell’evento così drammatico”.

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1 commento

  1. una pagina da chiudere
    Conosco solo due o tre casi. Vecchie case lesionate dal gravame degli anni e dall’incuria. Che sono state sfruttate per pompare denaro pubblico. Case che si reggevano per scommessa. Abitazioni semiabbandonate che sono diventate immediatamente residenze imprescindibili da ristrutturare a tutti i costi. Poi conosco persone che non hanno mai posseduto una casa. Onesti lavoratori che vivono in affitto perchè non si possono permettere di comprarne una. Ebbene per questi non esiste terremoto?
    Allora. Facciamola finita. Che sta diventando un mero sfruttamento della tragedia e un indegno degrado morale.