Nel quadro nazionale il dato politico che mi sembra piu’ eclatante va ravvisato nel sorpasso che il PDL ha fatto, proprio in danno del P.D., nel collegio Marche, Umbria, Toscana e Lazio, tradizionale roccaforte del centro sinistra, con il 37,3% contro il 32% . Il Molise si e’ messo in linea con l’Europa, anzi ha sottolineato con il voto non solo la volonta’ di restarci, ma di rafforzare la sua presenza nel parlamento continentale. Il grande risultato personale ottenuto dai candidati locali Aldo Patriciello , Antonio Di Pietro e Erminia Gatti testimonia una voglia di rappresentanza e di partecipazione che va ben al di la di quanto i ristretti confini regionali autorizzerebbero a pensare. Il risultato delle urne nasconde pero’ una verita’ che pure va detta per rimettere subito la barra a centro e recuperare il necessario spirito costruttivo e cioe’ che mentre l’IDV ha profuso ogni sforzo a sostegno dei suoi candidati locali, non altrettanto e’ accaduto nel PDL molisano.
Prendo spunto da questo fatto (innegabile) non certo per censurare l’idea che ciascuno di noi e’ libero di scegliersi il candidato che vuole e di sostenerlo, ma per ribadire la necessita’ imprescindibile di allargare gli orizzonti e di costruire meccanismi sinergici di collegamento tra partito e rappresentanze istituzionali, siano esse locali, nazionali, europee. E’ evidente pero’ che per avviare questo discorso non si possa prescindere dalla necessita’ di costruire un partito vero, capace di confrontarsi al suo interno oltre che all’esterno ed in prospettiva di fare emergere una classe dirigente qualificata, progettuale e di livello culturale elevato.
In questa direzione non puo’ essere presa a modello la strada (che purtroppo mi pare sia stata imboccata), del verticismo, della personalizzazione della politica, della mancanza di collegialita’. Ed e’ mia personale convinzione che proprio alla mancanza di confronto e di collegialita’ vanno riferiti i risultati elettorali amministrativi non proprio edificanti, raccolti dal PDL in diversi grandi centri della Regione quali Campomarino, Riccia, Trivento, Tavenna. Ne’ vale crogiolarsi su un risultato percentuale del voto europeo in Molise sostanzialmente in linea con quello del collegio sud (42%), perche’ quel consenso proviene in massima parte proprio da quel vento europeo che oggi soffia forte e nella giusta direzione . Ma se dovesse affievolirsi quel vento, proprio a causa della assenza di quel partito plurale su cui da tempo insistiamo, alla barca Molise non resterebbero che… vele afflosciate.
Avv.Oreste Campopiano
Segr.Reg.N.PSI Molise