CAMPOBASSO _ L’Assemblea Regionale del Partito Democratico convocata per questa sera alle 18.30 a Campobasso è la sede ordinaria individuata dallo Statuto Nazionale per confrontarsi sulle scelte politiche in vista delle prossime elezioni amministrative. Mi rendo conto che in Italia tra partiti-azienda, partiti personali e partiti padronali è diventata un eccezione, militare in un partito democratico ( nel nome e nella pratica quotidiana ). In base al disposto costituzionale tutti i partiti dovrebbero essere sedi di confronto e di elaborazione collegiale ma al di là di esempi, più unici che rari, come il PD, il panorama politico italiano è un disastro.
Sarà per questa ragione che la cosa più ovvia ed elementare qual è la riunione del massimo organo statutario regionale del nostro partito rappresenta un evento. Ormai ci si è abituati all’avanspettacolo che ha sostituito la politica e quindi risulta strano che delle persone elette in un’Assemblea Regionale da 18.500 cittadini, siano chiamate a ascoltare, discutere e decidere sulle scelte e sulle strategie del proprio partito. Ebbene stasera andrà in onda questa normalità democratica, ci sarà un’ordinaria Assemblea che deciderà il da farsi all’unanimità o a maggioranza. Una cosa è certa.

Ciò che decide il partito è vincolante in termini politici e ogni iscritto, militante e dirigente sarà tenuto a rispettare il deliberato dell’Assemblea. Chi vorrà chiamarsi fuori e seguirà altre strade si collocherà automaticamente fuori dal partito. La Ditta come sostiene Bersani è di tutti. Ogni iscritto o dirigente deve avere una sede dove misurarsi, parlare e votare, ma alla fine come accade in qualsiasi democrazia che si rispetti, il voto della maggioranza vincola tutti, va rispettato e rappresenta la linea del partito. L’insegnamento di Gramsci, Togliatti e Berlinguer, ma anche di De Gasperi, Moro e Prodi, è quello di non rinunciare mai a battersi per le proprie idee, sempre e fino in fondo, ma all’interno delle comuni regole democratiche del partito in cui si è liberamente scelto di militare.

Ed è quello che abbiamo fatto in Molise, battendoci lealmente in ogni sede per un’intesa unitaria di tutto il Centrosinistra e abbiamo invitato anche la segreteria nazionale a intervenire a quel livello con l’Italia dei Valori per aiutarci a costruire un’alleanza ampia in grado di correre per vincere sia a Termoli che a Montenero. Di fronte a 10 liste e 300 candidati del PDL di Di Brino e 2 liste e 60 candidati del PDL di Di Giandomenico è indispensabile rimanere uniti come centrosinistra altrimenti si ripete l’errore delle comunali di Campobasso e delle provinciali di Isernia. Vogliamo contribuire a costruire un PD che esce dall’angolo, non teme di allearsi con l’IdV, si radica sul territorio, vince le elezioni e cambia l’agenda della politica molisana con scelte amministrative innovative e responsabili. Meglio vincere in un alleanza che perdere in solitudine !

Michele Petraroia

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