E’ il caso di Larino, dove per scegliere il candidato Sindaco alle ultime amministrative, c’è voluta tutta la determinazione dell’associazione politico-culturale Larino Viva, perché fosse possibile lo svolgimento delle primarie, nonostante i molti ostacoli frapposti dai gruppi dirigenti dei DS e della Margherita, oggi Partito Democratico per contrastare la corsa a Sindaco di Pasquale Di Lena – “il loro avversario” -, bruciando la loro stessa candidata, Perrotta e raggiungendo il loro vero obiettivo: far vincere le elezioni a Giardino. Così anche oggi velenosi e sottili attacchi e sin dal giorno dopo la tornata elettorale. Anche se dai banchi dell’opposizione, Larino Viva, con i sui due eletti Di Lena e Cataffo, così come aveva fatto prima delle Primarie e durante tutta la campagna elettorale, ha messo sul tavolo tutti quelli che erano i temi più scottanti della nostra collettività, percorrendo non solo la strada della denuncia ma soprattutto quella delle proposte.
A partire dall’ospedale, lo stato di degrado della città, la difesa del territorio, contrastando l’adesione al COSIB voluto dalla maggioranza che doveva dimostrare subito l’impegno a favore dei poteri forti, ed ancora impegnandosi per il diritto al lavoro e la soluzione della vertenza Fruttagel ed ancora alla questione zona Pip, ed altre questioni. Di fronte a tale impegno, doveroso, di un movimento nato proprio per il rilancio di Larino ma consapevole anche di aver rotto “gli equilibri che la politica e i soloni della politica di Larino si sono sempre dati”, tenendo fede alla regola “ora fai tu, domani io”, non meraviglia il “ragionamento” riportato dai media molisani, all’indomani dell’ultimo consiglio comunale del 7 gennaio u.s., di Andrea Vitiello, da anni dirigente socialista, poi DS e oggi PD, che nel riconoscere la marginalità dell’azione politica “da tempo, da troppo tempo” di questo partito, chiede con urgenza il congresso del circolo di Larino per definire sia le questioni interne ai gruppi e sia il rilancio dell’azione politica.
Una legittima richiesta che non fa una grinza se non ci fosse “tra le righe”, la solita dose abbondante di veleno espressa nel giudizio di merito politico: anziché sottolineare il corretto comportamento dei componenti della minoranza in consiglio comunale e la forza dell’unità espressa fino ad oggi, fa capire che l’intento del congresso è come dare precise indicazioni ai due rappresentanti del PD in consiglio, affinchè rompano questa unità che, per il Vitiello, significa contrastare “l’egemonia espressa da qualcuno” all’interno del centro sinistra.
In pratica, vedere come dividere, cioè la sola arte che Vitiello e i suoi compagni conoscono da sempre, fino a rendere la nostra città uno sfortunato paese. Ciò che disturba del ragionamento del dirigente di lungo corso è la mancanza di un giudizio su una questione strategica per il futuro di Larino qual è quella dell’Ospedale e poi la lamentela di improbabili “egemonizzatori” all’interno del centro sinistra. Insomma un attacco a chi ha fatto il proprio dovere fino ad oggi e non un attacco a Giardino ed alla sua maggioranza che sono gli artefici, insieme al silenzio suo e del suo partito – fino ad oggi – della situazione in cui versa l’ospedale e la città. Eppure il futuro del Vietri interessa la stragande maggioranza dei larinesi ed è bene ricordarlo, dà lavoro a tanta gente, direttamente e indirettamente. Un’altra occasione persa quella di Vitiello, nel momento in cui poteva sfruttarla per dimostrare che il centro sinistra è forte e vuole portare avanti la sua battaglia per la rinascita di Larino.
Pasquale Gianquitto