CAMPOBASSO _ Il 25 settembre, come annunciato, è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il bando di concorso a cattedre. La FLC CGIL, confortata dal parere del Consiglio Nazionale Pubblica Istruzione che ha ribadito la inopportunità di fare il concorso, conferma il suo giudizio negativo su una operazione che non tiene in alcun conto l’attuale stato della scuola italiana, alle prese col peggiore inizio dell’anno scolastico degli ultimi tempi. Il numero così limitato dei posti previsti, poco più di 11.000 a livello nazionale, mette in evidenza le nefandezze della Riforma Fornero sulle pensioni.

I prossimi anni saranno caratterizzati da una riduzione del turn over, pochi insegnanti potranno andare in pensione, pochi precari potranno essere assunti. Coloro che parlano di far largo ai giovani raccontano frottole! In Molise il concorso prevede l’assunzione di 64 docenti. Meno della metà di quanti andranno in pensione. Un numero risibile rispetto alle risorse da spendere per attivare le procedure concorsuali. Ricordiamo che potranno partecipare coloro che hanno già un’abilitazione (cioè hanno gia fatto un concorso e dunque sono già inseriti nelle graduatorie ad esaurimento) o che hanno un titolo abilitante.

La FLC CGIL Molise ritiene che, prima del concorso bisogna procedere all’assunzione del personale precario, attraverso un piano di stabilizzazione, recuperando anche il tempo scuola negato agli studenti, sdoppiando le classi numerose, intervenendo sulle emergenze strutturali delle scuole. Spendere una notevole quantità di risorse per un concorso inutile è contraddittorio, soprattutto se operato da chi, quotidianamente, ci chiede di continuare a fare sacrifici Occorre un piano di investimenti nella scuola che coniughi il dato occupazionale con la qualità del diritto all’istruzione pubblica. Il 12 ottobre, in occasione dello sciopero della scuola, la FLC CGIL manifesterà la sua ferma opposizione alle demagogiche politiche scolastiche del ministro Profumo, per chiedere una diversa stagione sul reclutamento e di invertire la tendenza che sta portando al declino della scuola pubblica.

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