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Larino
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LARINO _ Dopo quanto scrivevamo ieri, sul solo comune di San Martino in Pensilis, tornato, non si sa per quale grazie, ad essere l’unico a poter utilizzare nuovamente l’acqua, come se questa sgorgasse da altra sorgente, oggi riscontriamo ulteriore confusione, con un comune che può tornare completamente alla normalità, Guglionesi e due, Larino e Campomarino solo parzialmente, mentre degli altri non si sa nulla. La scarsa e contraddittoria comunicazione continua a farla da padrona, con i cittadini che non sanno più chi ascoltare.

Solo libera informazione, pochi comunicati ufficiali da parte delle Istituzioni atte alla tutela della salute pubblica, che nella maggior parte dei casi hanno aumentato la confusione, più che porre chiarezza. Se non è stata sottolineata bene la gravità della situazione, una volta monitorata in tempo (c’è anche questo da accertare), affidandosi esclusivamente ad un fax e non coinvolgendo, invece, le autorità di sicurezza, la Protezione Civile, vuol dire che c’è stata una sottovalutazione della gravità del fatto riscontrato o un modo di comportarsi del tutto approssimativo, che è quello che più deve allarmare i cittadini: essere nelle mani di incapaci e incoscienti che non si rendono conto delle loro azioni e, in questo modo, mettono a rischio la vita dei cittadini e la loro salute, nel momento in cui si viene a sapere che l’acqua non si può utilizzare neanche se sottoposta a bollitura.

Ieri leggevamo della differente concentrazione di trialometani rilevata da Molise Acque e dall’Arpam nei campioni prelevati nei giorni antecedenti l’allarme. I primi si presentano con una minore concentrazione (31,5 mcg/l), perché effettuati a monte, immediatamente dopo il processo di potabilizzazione; i secondi, con una maggiore concentrazione (50-60 mcg/l) perché effettuati a valle, nei pressi di fontane e condotte di uscita dell’utenza. I valori sono entrambi oltre la norma (30 mcg/l), ma avere nei pressi dell’utente finale un valore superiore quasi del 100% rispetto a quello rilevato a monte fa riflettere.

Qualcosa si deve verificare nelle tubazioni durante il percorso che compie l’acqua dal momento in cui viene immessa nelle condutture e fino a quando sgorga dai nostri rubinetti. Visto che i trialometani si sviluppano dal processo di reazione del cloro con la sostanza organica, cosa succede durante queste percorso? Qualcuno aggiunge cloro? L’acqua ha la possibilità di arricchirsi di sostanza organica e l’eventuale cloro residuo ha la possibilità di reagire ulteriormente con questa? Molise Acque effettua l’analisi prima che il processo di potabilizzazione giunga al termine? Perché se solo una di queste ipotesi fosse vera, vuol dire che anche per valori misurati, a monte, al di sotto della norma, poi all’utente finale potrebbero risultare superiori. Oggi, martedì 28 dicembre, invece, leggiamo del lento ritorno alla normalità, ma sempre con il cittadino, che dovrebbe essere il vero informato, che continua a capirci poco. A Larino, come si legge su una serie di blog, su tutto il territorio comunale si può tornare ad utilizzare “normalmente” l’acqua, ad eccezione del quartiere dove è situata la caserma dei Carabinieri, a causa di batteri coliformi.

Era il cloro, adesso siamo ai batteri. Il Comune fa chiarezza con due ordinanze, una generale, la n. 96 – prot. 16472 del 27.12.2010 ad indicare il ritorno alla “normalità”, che abbiamo trovato diffusa in un numerosi punti e locali pubblici di Larino ed una particolare, riguardante il problema del quartiere in questione, di cui non conosciamo il numero, il protocollo e la data perché è difficile da trovare, particolarmente nella zona interessata.

Una comunicazione di tale importanza che bisogna cercare con il lanternino. Non è presente sul sito istituzionale del Comune, mentre c’è la n. 96 e nemmeno la Polizia Municipale ha conoscenza diretta di questa seconda ordinanza perché non gli è stata recapitata. I dubbi continuano ad aumentare e sempre tra la popolazione, che non sa più quale voce ascoltare e nel frattempo continua ad acquistare acqua minerale in bottiglia per ogni uso. Ci chiediamo, quanti abitanti del quartiere citato hanno saputo di questa novità solo con il passaparola di persone che hanno avuto la possibilità di leggerlo sui blog? Mentre quante non ne sono venute a conoscenza e leggendo l’unica ordinanza diffusa sono tornati ad utilizzare l’acqua normalmente? Alle già dovute e vecchie spiegazioni se ne aggiungono delle altre che chi di dovere dovrà dare.

Noi le continueremo a chiedere a tutte le Istituzioni interessate nel bene della popolazione. Alcune spiegazioni le deve direttamente anche il Sindaco di Larino, perché sembra che il fax ricevuto e protocollato il 21 dicembre non è stato prontamente consegnato e, quando è stato finalmente consegnato, c’è voluto una notte per rendersi conto della gravità dell’avviso, che imponeva una pronta informazione dei cittadini a non utilizzare assolutamente l’acqua, se non per igiene personale. A questa aggiungiamo la pessima comunicazione del ritorno alla normalità.

Il silenzio in questi casi qualifica gli incoscienti ed è quello che può creare davvero l’allarme tra i cittadini che, spesso, troppo spesso, fanno finta di non vedere, non sentire, non capire, stanchi di una politica che non li rende partecipi e come tale assenti.

Larino Viva

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