PORTOCANNONE _ “Sono passati solo pochi giorni dal referendum sull’accordo di Pomigliano e, con il licenziamento del lavoratore Giovanni Musacchio, siamo al quinto benservito, che la Fiat mette in atto nei confronti di attivisti, dei sindacati che, non hanno firmato l’accordo”. Il circolo del P.D. di Portocannone esprime tutta la sua solidarietà, non solo a Giovanni, ma anche alla sua famiglia e allo Slai Cobas, il suo sindacato, perché in questi 5 casi non si è voluto colpire solo i singoli lavoratori, ma anche le sigle che essi rappresentano.

Il nostro circolo stigmatizza questa assurda strategia da rullo compressore che, la Fiat, Confindustria e il Governo stanno portando avanti con il nome di “Fabbrica Italia”. Una vera e propria mercificazione del mercato del lavoro, dove i diritti dei lavoratori, compresi quelli sanciti dalla costituzione, vengono barattati con un piano di investimenti che non porterà nuovi posti di lavoro, ma al massimo arginerà gli esuberi di questi mesi. Un piano che Governo e Confindustria vorrebbero estendere a tutto il sistema Italia. Per impedire che questo accada è necessario che tutta l’opposizione si compatti, il punto cardine di questa battaglia politica, è sicuramente la difesa della carta costituzionale, il sistema delle regole su cui si basa la nostra democrazia”.

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