Mare Isole Tremiti (foto Charly L. Smoke)ISOLE TREMITI _ Sarà bene mettere subito in chiaro un principio incontrovertibile: le Isole Tremiti appartengono a tutti gli Italiani e il loro paradiso naturale è patrimonio dell’umanità. In tale spirito ritengo fermamente una follia, un autentico crimine ambientale, il rilascio di permessi accordato dall’Autorità Governativa competente a favore della società irlandese Petroceltic. Ma la questione presenta un ulteriore risvolto  anomalo. Mentre i cosiddetti “politici” delle Isole Tremiti si fanno belli alla luce dello scandalo ambientale, c’è sempre fra essi chi più di tutti esagera lasciandosi prendere la mano nel tentativo di farsi largo a gomitate alla ricerca di una notorietà tanto forzata da rasentare il ridicolo. Si riaccende in tal modo quel malcostume, troppo spesso emerso nel recente passato, da parte di protagonisti che considerano le Isole Tremiti una loro proprietà privata. Così da sbottare in minacce di presunzione bizzarra del tipo: “altrimenti noi potremmo chiudere le Isole”  La mentalità ristretta di alcuni personaggi rampanti sembra cogliere con malcelata eccitazione politica l’arrivo delle concessioni governative per trivellare i fondali marini del Gargano nell’ottica di ricerche petrolifere al largo delle Isole Tremiti. Soprattutto chi si è visto estromesso (per non dire cacciato)  dal palcoscenico  concreto della pubblica gestione, come pure chi non ne ha mai calcato il terreno, rifiuta di lasciar partire il carrozzone dello scandalo per non abbandonare il tanto amato ruolo di protagonista intorno a cui si affollano, sospinti da facili appetiti, anche tanti “homines novi”, poveri forse di qualsiasi provata esperienza, ma per contro estremamente gonfi di smodate ambizioni.

In fondo farsi largo è fin troppo facile, lo hanno imparato bene. Basta alzare la voce, tuonare, strepitare al modo stesso in cui certi cani piccoli abbaiano contro altri cani più grossi, enfatizzare l’evidenza, dialogare con i paesani strumentalizzando magari qualche “gazebo” compiacente. Proclamare invisibile amore, dubbia dedizione, falso sacrificio. Tutte virtù eccelse, la cui assenza si dimostra, ahimè, con il semplice rilievo che in un luogo veramente governato da esse non si potrebbero mai affermare situazioni scandalose come quella che allo stato attuale serve solo a sciacquare le bocche di tanti tribuni, dall’affidabilità scarsamente attendibile.

Invece sono proprio questi frangenti che dovrebbero lasciar emergere la forza di una ragionevole riflessione, nella calma imperturbabile propria delle persone più sapienti. La figura che a mio giudizio meglio si profila nel suddetto spirito per civile garbo analitico, pregevole attenzione nonché squisita onestà intellettuale è proprio quella del Governatore pugliese Nichi Vendola. All’impegno di costui e a quello del Parco Nazionale Gargano – spalleggiati da varie Organizzazioni ambientaliste quali WWF, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, FAI, Fare Ambiente, Pronatura, Ambiente e/è Vita – credo sia sensato attendere con tranquilla fiducia. Ma soprattutto non perdiamo la calma e con essa nemmeno la ragione.

Purtroppo nessuno azzarda sottolineare la necessità di cooperazione totale, perché questa, nell’inevitabile rimbombare delle molteplici eco, toglierebbe forse troppa luce alle iniziative personali che l’egoismo dei singoli preferirebbe porre in evidenza. Eccoci così ritornare al putiferio, alle discussioni concitate, talvolta perfino alla poco civile insolenza, a una squallida lotta nella quale si afferma soltanto chi urla più di tutti gli altri. In simile contesto, mi si consenta di auspicare un generale riguardo alla solidarietà generale, nel recupero delle qualità primarie in quell’etica civile il cui sentimento profondo è una virtù di cui anche i tremitesi dispongono. Essa comprende la cifra complessiva degli strumenti necessari per il superamento dell’emergenza. Abbiamo fiducia, ce la faremo, purché si badi non tanto alle chiacchiere, quasi sempre futili e ingannevoli, quanto alla ragione profonda della pura verità.

Conserviamo inoltre una solida certezza: tutto il bene che i migliori cittadini potranno realizzare a favore delle Isole Tremiti rimarrà patrimonio comune, fruibile da ciascuno, e andrà comunque ad arricchire ulteriormente quel patrimonio dell’umanità cui accennavo in apertura.

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