centrostoricoTERMOLI – Può una moka di caffè fare il miracolo? Neanche per sogno, evidentemente! Ma se è solo per questo, neppure Gesù può da solo fare il miracolo. Si racconta, infatti, che la moltiplicazione dei pani avvenne solo dopo che un bambino ebbe steso la sua mano, offrendo al Signore i cinque pani e i due pesci che celava in saccoccia. E che Dio divise le acque del Mar Rosso solo dopo che il primo ebreo ci mise dentro il piede con fiducia. Una moka non fa comunione, ma forse noi possiamo usare una moka come pretesto per fare un pò di comunione tra di noi. Perchè se l’occasione fa l’uomo ladro, un’altra occasione(l’invito a bere un caffè insieme) può fare l’uomo migliore. Ecco perché il Consiglio pastorale parrocchiale ha lanciato il “sacramento della moka”: nulla di irriverente, anzi, il riferimento è all’eucarestia, unico vero e grande sacramento che costruisce la comunione. Ma anche che la “prevede”: non c’è comunione in chiesa, se non ce n’è prima e dopo fuori la chiesa!

 
La moka ha così accompagnato pazientemente la comunità per mesi, girando settimanalmente di casa in casa, partendo dalla celebrazione eucaristica verso le case e alla celebrazione eucaristica tornando dopo essere stata nella case. Unico dovere per chi la “prenotava”: impegnarsi a bere una tazza di caffè con qualcuno al di fuori della propria famiglia. E’ stato davvero un “lungo caffè” quello che la moka miracolosa ha fatto e sparso! E’ entrata in tantissime famiglie: Ha messo attorno a un tavolo, appunto per bere un innocente caffè, persone che magari da un bel pò non lo facevano o comunque era ora che lo facessero.

Con la scusa della moka ci si è regalati momenti di “amicizia” e di buon vicinato. Si sono condivise storie e, talvolta, preoccupazioni. Qualcuno ha fatto la fatica di andare a invitare qualcun altro, vincendo magari le proprie resistenze: E qualcuno ha piuttosto vissuto l’emozione, forse in qualche caso dimenticata  da tempo, di sentirsi invitare.Alcune porte si sono aperte, altre sono rimaste chiuse, ma con un pò più di disappunto e di amarezza. Persone si sono incontrate tra loro, relazioni si sono rinnovate. Altri ne hanno anche solo parlato o vi hanno pensato.

Per carità, nessun grande miracolo, ma intanto…intanto…e proprio per questo l’iniziativa era stata pomposamente chiamata “sacramento della moka”, abbiamo fatto alcuni piccoli esercizi provvisori di misericordia. Aprire la porta con un sorriso, “perdere” del tempo e fare due chiacchiere fanno star meglio prima di tutto la nostra famiglia: grandi, che magari un pò se l’erano scordato, e piccoli, che con meraviglia sperimentavano l’accoglienza. E di solito innestano una reazione a catena, dove la misericordia va e viene, dentro e fuori le nostre case. La doniamo, ci fa piacere. E la riceviamo in dono, e ci fa altrettanto un gran bene. E magari, chissà, un giorno trovandoci davanti a Gesù Cristo potremmo sentirci dire; “Grazie, perchè avevo sete e mi avete offerto…..un caffè”

P.S. non ricordo bene se sono sette,otto,nove anni che nella nostra “piccolissima” comunità del Borgo Vecchio è “residente” un nuovo Vescovo. Bene al nuovo Vescovo annuncio-notizia che in via Duomo ,3 (zona arco d’ingresso l’unico) nel mese di maggio del 1980 nasceva Francesca, che purtroppo per la subdola e nota malattia Termolese cinque anni fà ci ha lasciato, ma e ribadisco ma, il 4 maggio c.m. è arrivata Sveva sempre in via Duomo n.3.
Il Borgo Vecchio è proprio un “Porto d’Amore” a Termoli.

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