TERMOLI _ Lettera di un lavoratore dello Zuccherificio del Molise alle autorità regionali e locali. La missiva è stata letta ieri dai sindacati durante la Festa della Befana, davanti al Presidente Iorio, al socio privato Remo Perna, all’Amministratore delegato e lavoratori.

Da lavoratore di questa azienda, voglio portare un saluto a tutti i presenti e un augurio di buon 2011. Voglio però anche ricordare le lotte e le ragioni che hanno posto le basi per la nostra presenza qui oggi: Presidente On. Iorio, conosciamo bene i motivi che hanno portato lo zuccherificio nelle condizioni attuali, nel 2005 abbiamo smesso di credere nello stabilimento, ci siamo imposti il 2008 come data ultima e non si è più investito sia in tecnologia che in professionalità, Lei con coraggio e con l’appoggio di tutti ha deciso di andare oltre, motivando la scelta quale unica possibile per garantire a questa comunità di continuare ad esercitare il diritto di lavorare e produrre e non diventare mantenuti dello stato come purtroppo i nostri colleghi degli altri 15 stabilimenti, vicini al sesto anno di cassa integrazione.

Purtroppo Presidente siamo in una realtà un po’ diversa, è pur vero che alcuni investimenti sono stati messi in campo, ma la sensazione è che l’investimento più grande lo si voglia fare riducendo drasticamente il costo del lavoro limitando i lavori ordinari ai minimi termini, dimenticando la criticità di un impianto di 40 anni, ma che se ben preparato è ancora in grado di trasformare barbabietola in 812.000 ql. di zucchero, come campagna 2010.

Programmare uno svecchiamento dell’organico, smembrare lo stabilimento in altro tipo di realtà, somiglia molto ad una riconversione in corsa, capace forse di produrre reddito ma non adatta a rispettare le promesse fatte e le attese di chi, precario da anni, aspetta una possibilità, e oggi invece si trova licenziato e non si chiede come in passato quando torna ma se mai tornerà. Proprio in questi giorni, anche il Capo dello Stato ha dichiarato che non sempre la mancata produttività è da legarsi alle maestranze, bensì la responsabilità primaria è nella mancata attuazione di nuove tecnologie.

Le chiedo Presidente di ricordare il perché della scelta del 2008 e di continuare a sostenere il lavoro per l’intera comunità qui presente. Un invito a continuare a credere in questo stabilimento e alla sua capacita di produrre zucchero va anche al mondo agricolo, troppo spesso nascosto in attesa di eventi, è forse giunto il momento di tornare ad essere più propositivi. Grazie per avermi concesso la possibilità di esprimere il mio pensiero, ancora con l’augurio che il 2011 sia l’anno del rilancio”.

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