Il Tribunale di Larino condanna ospedale del Basso Molise a risarcimento di 300 mila euro ai familiari della sfortunata e riconosce responsabilità di alcuni medici 
LARINO _ Il Giudice Monocratico del Tribunale Ordinario di Larino, dr. Turco, si è pronunciato recentemente con Sentenza provvisoriamente esecutiva, riconoscendo la responsabilità da parte della Struttura Ospedaliera Molisana, per condotta omissiva dei sanitari, nei confronti di una giovane donna, deceduta all’età di soli 34 anni, liquidando un risarcimento agli eredi di oltre 300 mila euro per tutti i danni sofferti.
Gli eredi sono stati rappresentati davanti al Tribunale di Larino dagli avv.ti Carmine de Benedittis ed Ilenia D’Alessio del Fòro di Campobasso. In particolare, quando ormai la giovane donna era nella fase terminale della malattia, i sanitari dell’ospedale diagnosticavano con diversi mesi di ritardo un carcinoma mammario metastatizzato.
“Il decesso si verificava per esclusiva responsabilità del personale medico che si occupava di curare la paziente nel corso della malattia neoplastica, in quanto sin dal primo accertamento si palesava una realtà anatomica che imponeva da sola l’ulteriore approfondimento diagnostico _ hanno dichiarato gli avvocati _. Sulla scorta di quanto veniva riscontrato con i primi accertamenti, si sarebbe dovuto assolutamente procedere ad effettuare riscontri più incisivi e accurati,che,con molta probabilità,avrebbero già diagnosticato la malattia tumorale in quella prima fase. Infatti, se la malattia neoplastica fosse stata diagnosticata per tempo,questa poteva essere ancora localizzata e non avrebbe invaso i linfonodi. Invece, veniva consigliato dai sanitari alla paziente un controllo a lungo termine, risultato fatale, poiché dopo soli due anni la giovane donna moriva per un tumore al seno”.
Gli eredi sono stati rappresentati davanti al Tribunale di Larino dagli avv.ti Carmine de Benedittis ed Ilenia D’Alessio del Fòro di Campobasso. In particolare, quando ormai la giovane donna era nella fase terminale della malattia, i sanitari dell’ospedale diagnosticavano con diversi mesi di ritardo un carcinoma mammario metastatizzato.
“Il decesso si verificava per esclusiva responsabilità del personale medico che si occupava di curare la paziente nel corso della malattia neoplastica, in quanto sin dal primo accertamento si palesava una realtà anatomica che imponeva da sola l’ulteriore approfondimento diagnostico _ hanno dichiarato gli avvocati _. Sulla scorta di quanto veniva riscontrato con i primi accertamenti, si sarebbe dovuto assolutamente procedere ad effettuare riscontri più incisivi e accurati,che,con molta probabilità,avrebbero già diagnosticato la malattia tumorale in quella prima fase. Infatti, se la malattia neoplastica fosse stata diagnosticata per tempo,questa poteva essere ancora localizzata e non avrebbe invaso i linfonodi. Invece, veniva consigliato dai sanitari alla paziente un controllo a lungo termine, risultato fatale, poiché dopo soli due anni la giovane donna moriva per un tumore al seno”.
Il Giudice di Larino riscontrava la sussistenza del comportamento imprudente,negligente ed imperito dei sanitari che determinavano sicuramente un peggioramento della prognosi e delle condizioni fisiche della paziente,accelerandone l’evento morte.
