CAMPOBASSO _ Dopo le inchieste di alcune testate nazionali che si sono soffermate su taluni casi di parentopoli in varie amministrazioni pubbliche molisane, giunge la conferma del Procuratore Regionale della Corte dei Conti, che nella sua relazione inaugurale dell’Anno Giudiziario 2011 denuncia la sistematica violazione delle norme di legge in materia di assunzioni, consulenze, incarichi tecnici e collaborazioni. Ingegneri, architetti, commercialisti, figli, amici, fratelli, parenti e affini di varia natura, vengono premiati da amministratori senza scrupolo che hanno organizzato un mastodontico sistema politico-clientelare con prebende, opportunità e affari, che poco hanno a che fare con l’interesse pubblico e col bene comune.

Questa autorevole conferma, evidenzia lo scivolamento progressivo della nostra comunità regionale verso pratiche feudali e mostra i limiti di un sistema democratico che viene falsato dall’arbitrarietà di chi governa. Attraverso la gestione delle pubbliche amministrazioni si offrono posti di lavoro, aumenti salariali, prestazioni straordinarie non dovute, contratti di collaborazione, incarichi, opportunità di carriere, consulenze e assunzioni, in barba alla legge.

Il sistema garantisce impunità perché la Magistratura ha problemi di mezzi, personale e di leggi che rendono sempre più difficile indagare. Basta vedere i mille trucchi degli avvocati difensori per giungere alle prescrizioni dei reati per farsi un’idea di quel che accade in Molise. Il Quarto Potere è raro che in territori di piccole dimensioni riesca ad avere la forza per rimanere libero, indipendente ed autonomo da chi governa.

Se poi si vede l’elenco delle ditte che fanno le inserzioni pubblicitarie a pagamento o se si mette il naso sui contributi erogati in favore di talune testate, si viene a capo del perché il Mondo gira sempre dalla stessa parte in Molise. In un simile coacervo di affari, consenso politico e gestione degli Enti Pubblici, la stampa, non di rado, viene utilizzata per randellare l’oppositore di turno; le tornate elettorali evolvono in adunate oceaniche di clienti indotti a candidarsi senza se e senza ma; e il confronto tra partiti o schieramenti contrapposti assomiglia sempre più all’80% dei voti che MUBARAK prendeva in Egitto. Il Molise schiaccia e isola il dissenso, è in mano a una gerontocrazia che ne controlla i gangli vitali e protegge il cerchio chiuso degli amici e dei compari, che non di rado vengono infiltrati come Cavalli di Troia nei variegati e variopinti partiti esistenti.

Michele Petraroia

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