GUGLIONESI _ Sullo sfondo caratterizzato da una situazione economica la cui drammaticità ha raggiunto limiti tali da indurre Berlusconi a prenderne finalmente atto dopo avere per anni fornito un quadro fantasioso del Bel Paese, la fantapolitica nostrana varcava la soglia di una decenza ancora tollerabile per abbandonarsi in chiassosi trionfalismi, emulando in tal guisa le gesta della famigerata Vanna Marchi, consacrata nell’atto di propinare numeri per realizzare illusorie vincite miliardarie. Ma i miliardi sbandierati non solo non costituiscono un “tesoretto” aggiuntivo, facendo parte di una programmazione già datata, ma forniscono la dimostrazione che in tema di crisi l’orientamento del governo centrale si colloca in antitesi con quanto astrattamente auspicabile: la sola previsione di tagli orizzontali alla spesa pubblica si è dimostrata fallimentare non essendo sorretta da investimenti atti a far crescere il PIL e idonei a sostenere la domanda interna di prodotti e servizi.

Tali risorse sono state erroneamente congelate per troppo tempo da un Governo dimostratosi incapace di saper condurre l’Italia fuori dal guado di una sottovaluta crisi di notevole portata, avendo concentrato ogni sforzo in direzione di un approccio ragionieristico ai dati di bilancio: l’assunzione di un tale contegno è stata la chiara dimostrazione di incapacità di operare scelte quali quelle adottate dalla Merkel. Se non ricordo male, gli stessi fondi FAS erano stati richiesti in questi anni dal duo Iorio-Vitagliano per colmare la voragine del deficit sanitario provocato dal dissennato sperpero di denaro pubblico impiegato per alimentare la costosa macchina della clientela politica. In sostanza si cerca di alimentare l’euforia dei cittadini che dovrebbero essere grati al famoso duo per aver ottenuto soldi già destinati allo scopo, ma facendo dimenticare tanti altri regali poco graditi e verità più dure.

Com’è possibile compiacersi per il mucchio di denaro speso improduttivamente, considerato che solo oggi, a distanza di circa nove anni dal terremoto, si è giunti a stanziare fondi per la ricostruzione nei centri ove la popolazione è costretta a vivere in una situazione d’emergenza? Pur riuscendo a ricostruire le case, i danni arrecati al tessuto sociale ed economico di quel territorio sono ormai irreparabili; ad intere comunità hanno sottratto un possibile futuro, essendo state le forze attive costrette ad andare via. Può forse indurci all’euforia la reintroduzione dei ticket sanitari, a fronte di una sanità che presenta un quadro desolante con l’allungamento delle liste di attesa e i soliti balzelli ed addizionali (benzina, Irpef, Irap, ecc.) per rimediare alla cattiva gestione decennale del famigerato duo? Come spiegare il silenzio che aleggia sul più pesante arretramento della spesa sociale operato negli ultimi anni dal governo centrale in assenza d’una pur minima reazione a livello regionale? Siamo passati dai 5.236.277,97 euro del 2008 del Governo Prodi agli attuali 1.428.672,36 euro del Fondo Nazionale per le Politiche Sociali (FNPS), la fonte nazionale di finanziamento specifico per gli interventi di assistenza alle persone e alle famiglie.

Questi tagli colpiscono soprattutto i ceti meno abbienti e, in particolare, i soggetti in difficoltà. Le tasse universitarie aumentano e diventano irrisori i sostegni a quel diritto allo studio che concettualmente ricopre un ruolo fondamentale in una democrazia che voglia mostrarsi effettiva, ovvero quello di far funzionare quell’ascensore sociale che nel nostro paese è irrimediabilmente fermo da anni. Quest’assenza di ricambio sociale è dovuto all’accanimento verso i ceti inferiori che non si arresta, pertanto il ceto medio dovrà ulteriormente pagare il prezzo di una politica dissennata del centrodestra, che a tutti i livelli provoca disastri economici e sociali. Si pensi all’attacco frontale portato alla famiglia il cui vessillo, per anni sbandierato dal centrodestra quale fondamentale punto programmatico della loro politica, è stato deposto da parte di chi oggi le chiede di pagare il prezzo più grande per la crisi. Questo obiettivo viene sacrificato in vista del perseguimento di un altro a cui viene assegnato un superiore livello di priorità: mantenere intatti tutti i privilegi della casta, da ritenersi ormai consolidati. Ma per quale motivo dovremmo mostrarci euforici? Dateci quantomeno un appiglio per essere contagiati da questo clima d’euforia!

E pensare che basterebbe poco, ad esempio eliminare qualcuno tra gli abusati privilegi che stride eccessivamente con la situazione attuale, oppure apparire sobri in una vicenda che non è semplice da affrontare, nonchè essere in sintonia con il comune sentire della gente (se esistesse un esame attitudinale da superare per diventare un politico, quello dell’empatia da provare nei confronti degli ipotetici elettori dovrebbe rappresentare un requisito fondamentale). I peggiori vizi dell’attuale politica possono essere sintetizzati in una sola parola – eccesso – che una volta caratterizzava monarchie o dittature e che oggi, dato il ritorno ad una dimensione di personalismo nella politica, è tornato di gran voga. Alla popolazione è stato propinato nell’ultimo decennio un Molise che non esiste e, in questo tentativo di ricorrere al farsesco, la classe politica di centrodestra è consapevole di aver fallito ogni progetto: reputiamo che sia arrivato il tempo di dar termine a questa tragicomica situazione e parafrasando Totò, invitiamoli a “farci il piacere di … tacere!”.

Giuseppe Vaccaro IdV Molise

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1 commento

  1. LA VERITA’ E’ CHE HANNO PAGATO LE IMPRESE E LA NOSTRA CLASSE DIRIGENTE NON SE NE E’ ACCORTA !!!??? ANZI I POLITICI POLITICANTI SENZA CONTEGNO E DIGNITA’ HANNO CONTINUATO E CONTINUATO A FARE POLITICA PROMETTENDO E TRAENDO VANTAGGIO DALLA DEBOLEZZA DI UN TESSUTO ECONOMICO…..ADESSO DOVREBBERO ANDARE TUTTI A CASA.