TERMOLI _ Vista l’importanza dell’argomento per la salute dei cittadini e per la tutela del territorio, visto l’allarmismo scatenato in questi giorni si è pensato potesse essere utile, per capire quanto sta accadendo sul territorio del Basso Molise e principalmente sul territorio di Termoli, acquisire della documentazione. Si è pertanto fatta richiesta scritta al Consorzio Industriale della Valle del Biferno di:

 • delibere relative agli investimenti (ampliamenti) dell’impianto di depurazione a partire dalla data dell’alluvione del 2003 ad oggi;
• autorizzazioni regionali per l’impianto di depurazione e degli impianti di trattamento (compreso la determina dirigenziale n. 405 dell’8 ottobre 2009);
• autorizzazioni allo scarico; • quantitativi, tipo e provenienza dei reflui e rifiuti trattati;
• descrizione delle procedure di controllo dei rifiuti in entrata; • ruolo della Provincia e documenti di autorizzazione provinciale;
• verbali di controllo ARPA, Provincia. La documentazione acquisita è messa a disposizione di tutti coloro che vorranno consultarla.

In sintesi: il 31 luglio 2009 l’ing. Antonio Del Torto, nella qualità di Commissario Straordinario del Consorzio di Sviluppo Industriale della Valle del Biferno, inviava alla Regione Molise e per conoscenza alla Provincia di Campobasso, la richiesta di:
• rinnovo dell’autorizzazione in essere (DD n. 28 del 8 marzo 2005) all’esercizio delle operazioni di smaltimento nell’impianto di depurazione consortile, per i codici CER di cui all’allegato;
• indicazione in sede di rinnovo del volume complessivo autorizzato in luogo di specifiche quantità per ogni codice, come concesso ad altri gestori in nome di una maggiore elasticità di gestione;

• l’eliminazione del divieto di smaltire i rifiuti speciali autorizzati, pericolosi e non provenienti da altre regioni in accordo con la più recente giurisprudenza (sentenza della C.C. n.10 del 20 maggio 2009). La Regione Molise con la determina dirigenziale n. 405 del 9 ottobre 2009, a firma del Responsabile del servizio, ing. Antonio Campana, determinava:
• punto 4 che “l’autorizzazione è rilasciata per il trattamento massimo complessivo annuo di 180.000 mc di rifiuti non pericolosi e 10.000 mc di rifiuti pericolosi;
• punto5: è possibile lo smaltimento dei rifiuti di provenienza extraregionale limitatamente ai soli rifiuti speciali;
• punto7: l’autorizzazione è valida fermo restante il rispetto della disciplina degli scarichi contenuta nel d.lgs. 152/2006, e ferma restante la vigenza dell’autorizzazione allo scarico delle acque reflue, di competenza della Provincia di Campobasso;
• punto 12: entro trenta giorni dalla notifica del presente atto il Consorzio dovrà provvedere al rinnovo della garanzia finanziaria prestata a favore della Regione Molise a copertura delle eventuali spese per danni ambientali derivanti dall’esercizio dell’attività autorizzata.

• Punto 14: disporre la notifica del presente atto al Consorzio Industriale della Valle del Biferno, alla Provincia di Campobasso, al Comune di Termoli e all’ARPA Molise;

• punto 15: contro il presente provvedimento è ammesso ricorso giurisdizionale al competente Tribunale Amministrativo Regionale entro sessanta giorni dalla notifica o ricorso straordinario al capo dello Stato entro centoventi giorni. E’ stato realmente notificato alla Provincia di Campobasso e al Comune di Termoli (Amministrazione Greco) questo atto dirigenziale? E in caso affermativo quali provvedimenti hanno avviato gli Enti a tutela dell’ambiente e del territorio, se di danno si tratta? Dai dati a nostra disposizione balza agli occhi che dalle autorizzazioni concesse nel 1999 i rifiuti che si potevano smaltire erano 200.000 mc ( Pericolosi mc 9500 e Non Pericolosi mc 189.000), nel 2005 di 198.500 mc e nel 2009 di 190.000 mc ( rifiuti non pericolosi 180.000 mc e rifiuti pericolosi 10.000 mc).

Da un punto di vista formale i rifiuti sono oggettivamente diminuiti ma realmente quanti ne venivano e quanti ne vengono smaltiti? Relativamente alle delibere del Comitato Direttivo fornite dall’Ente si evincono atti esclusivamente tecnico/formali:

il 3 ottobre 2005 i componenti Del Torto, Aufiero, De Guglielmo, Garzarella, Lepore e Enrico Russo deliberavano l’approvazione del primo stralcio funzionale del Progetto esecutivo per la realizzazione dei “ Lavori di adeguamento dei sistemi idrici e depurativi” e veniva richiesto al progettista uno studio preliminare generale, utile al reperimento di ulteriori fondi;
• il 28 maggio 2009 il Comitato Direttivo, composto da Del Torto e dai sindaci Antonacci, Facciolla, Galasso, Mascio, deliberava di approvare il progetto esecutivo dei lavori di “ottimizzazione e adeguamento funzionale degli impianti per la produzione, il trattamento e lo smaltimento dei fanghi”. Non è, quindi, stato scelto dai Sindaci il potenziamento dell’impianto di depurazione.

Da quanto si è appreso, poi, i progetti in corso per l’impianto di depurazione fanno parte di un percorso individuato con un master plan e al momento consentiranno la realizzazione di un digestore anaerobico. Si tiene a precisare che si è contrari all’arrivo a Termoli dei rifiuti speciali pericolosi provenienti da fuori regione! Preme dire, a questo punto, che si è d’accordo nell’ingresso di Termoli nel direttivo del Cosib, ma si respinge completamente la visione distorta del documento della maggioranza di centro destra e del Sindaco di Termoli in quanto la nostra città non può entrare nella gestione del direttivo con una posizione solo di supponenza di gestione e la sottovalutazione esplicita degli altri comuni con la dicitura “con la collaborazione dei sindaci degli altri comuni”!

Ancora una volta l’approccio arrogante di una classe dirigente egocentrica di Termoli verso il territorio vuol dire isolare la città dal suo ruolo naturale quale città costiera, con un porto, l’autostrada, la ferrovia, quindi epicentro di una progettualità di sviluppo locale dell’intera area bassomolisana e non solo. È chiaro che tutto questo ruolo naturale di Termoli deve essere condiviso con le altre problematiche territoriali legittime dell’intero territorio bassomolisano. È falso che il modello Termoli, costruito nel tempo dal centro destra, ha portato un equilibrio ecosostenibile del nostro territorio. Ed è sotto gli occhi di tutti che la politica industriale nel governo del Cosib ha una continuità contro la salute dei cittadini dalla sua nascita ai giorni nostri. Basti ricordare l’insediamento delle tre industrie chimiche e in continuità con questa politica scellerata l’attuale insediamento della centrale turbogas. Insediamenti avallati e voluti dalla classe dirigente del centro destra compreso alcuni attuali amministratori che oggi firmano questo documento dell’amministrazione di Termoli. Questi atterraggi industriali esogeni presumibilmente sono andati contro la salute dei cittadini, come riportato dallo studio dell’Istituto Superiore della Sanità presentato poco tempo fa a Termoli. Non solo Termoli ma tutti i paesi della costa hanno subito questi scempi ambientali.

Che progetto ha l’amministrazione di Termoli per questo territorio, vista la sua non progettualità territoriale? La commistione di un ipotetico sviluppo turistico, di un industrialismo che non guarda alle valenze produttive locali, di uno sviluppo di un’edilizia selvaggia, ha massacrato questo territorio, la cementificazione delle spiagge sul litorale nord e sud della città , la mancanza degli accessi a mare, le industrie pericolose nella zona industriale, un’edilizia selvaggia e una politica volta allo svuotamento dei comuni sono l’evidente dimostrazione che la classe dirigente ha governato questo territorio senza la consapevolezza armonica del suo sviluppo. Come ha fatto l’opposizione di Termoli a condividere il documento della maggioranza?

A tal proposito si fa riferimento al Piano triennale di attività 2008- 2010 approvato dal Cosib di cui si condivide la parte in cui si parla di rilancio della capacità attrattiva dell’area industriale per nuove iniziative produttive, con particolare attenzione alla filiera agro-alimentare ed eurodistretto, attraverso il miglioramento continuo del sistema della qualità e l’organizzazione di nuovi servizi alle aziende e la realizzazione di nuove infrastrutture di servizio. Tutto questo richiede la realizzazione di un “piano insediativo” ecosostenibile. Documento integrato, si tiene a ribadire, in questi specifici argomenti da Vitulli, Occhionero, Manocchio, allora rappresentanti al Cosib per il comune di Termoli. In particolare è improcrastinabile fissare dei vincoli di tutela del territorio. Non è più possibile, infatti, accettare insediamenti che non siano compatibili con le valenze paesaggistiche e le particolarità produttive, economiche presenti nel Basso Molise. Lo sforzo di una classe dirigente attenta e coscienziosa è, quindi, quello di saper prefigurare ipotesi di sviluppo ecocompatibili che, rispettando le ricchezze territoriali, inneschino processi di sviluppo non scevri dal contesto, con l’ipotesi affascinante di uno sviluppo equilibrato e armonioso riconnettendo le aree interne con la costa.

Il segretario del coordinamento territoriale del Basso Molise
(Antonella Occhionero)

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1 commento

  1. bene
    finalmente una posizione senza condizionamenti. il pd lo aveva detto che avrebbe letto le carte e poi deciso come agire. è questo il modo giusto di fare politica e non l’urlato di turno. ora dopo avere letto bisogna chiedere le dimissioni del presidente cosib ed anche quella dei vertici regionali che hanno autorizzato. una cosa mi convince e cioè che termoli non è l’ombellico del mondo e quindi se vuole deve agire con tutti e non da sola. e la famosa filiera istituzionale? che fine ha fatto? si è interrotta? forza pd, avanti così!