TERMOLI _ Tocca la figlia minore al seno e nelle coscie imponendole il silenzio, finisce agli arresti domiciliari con la pesante accusa di incesto dopo la denuncia dell’ex moglie ma al processo davanti ai giudici del Tribunale di Larino riesce a “scappottarsela” con un’assoluzione. Ora, però, la Procura Generale di Campobasso chiede il “conto” con un ricorso contro il “verdetto” di primo grado. I magistrati del capoluogo campobassano hanno tutte le intenzioni di “rivedere” la posizione dell’uomo di Termoli, con il brutto “vizio” di allungare le mani sulle figlie.
Il sessantenne, infatti, è stato già condannato a nove anni di reclusione, sentenza confermata anche dalla Corte di Cassazione per violenza sessuale sulla figlia grande, la primogenita, oggi ventiseienne. L’uomo è ora chiamato a compararire davanti ai guidici della Corte d’Appello di Campobasso per il secondo grado di giudizio. A denunciarlo per la violenza sessuale sulla secondogenitca, l’ex moglie dell’uomo. La donna separatasi dal “padre padrone” da numerosi anni, nell’allontanarsi dal consorte, perse la custodia di entrambe le figlie, affidate al padre. Il termolese, infatti, nella causa di divorzio riuscì ad ottenere l’affido delle piccole.
I fatti contestati sulla secondogenita, secondo gli inquirenti, accaddero intorno al 2000 ma le manette attorno ai suoi polsi scattarono nel 2001 allorquando si fece diversi mesi agli arresti e successivamente rimase confinato in zona con l’obbligo di dimora. A Novembre 2009 si concluse il processo al Tribunale di Larino con l’inattesa assoluzione. Il collegio dei giudici presieduto da Aldo Aceto, dopo aver analizzato in modo scrupoloso sia le prove a carico che a discarico, decise per il “non luogo a procedere”. Nel corso del procedimento fu ascoltata l’ex moglie e la figlia molestata. Ora la “resa dei conti” per il “padre padrone” difeso dal penalista termolese Giuseppe Mileti con il ricorso della Procura Generale.
