VoucherINPSCAMPOBASSO – Stando all’ultimo report elaborato dal Ministero del Lavoro in data 22 marzo u.s., nel 2015 ben 1.392.906 lavoratori hanno ricevuto almeno un pagamento coi voucher, a fronte degli appena 24.437 del 2008. In origine, il voucher è nato quale strumento per l’emersione di aree di lavoro sommerso e per favorire l’inclusione sociale e lavorativa di soggetti particolarmente svantaggiati. Ma, i dati di cui sopra confermano, invece, che da strumenti di tipo eccezionale i voucher sono diventati ormai la regola per rendere ancora più precario il mondo del lavoro. Infatti, se fino al 2015 essi si utilizzavano solo per poche e determinate casistiche settoriali e di lavoro (casalinghe, studenti o pensionati, riferiti ad esempio a piccoli lavori domestici o di emergenza), dopo l’entrata in vigore del d.lgs. n.81 del 15 giugno 2015 (jobs act), il voucher è stato esteso a tutti i settori di attività e per tutte le categorie di prestatori.

Secondo l’Inps e il Ministero, un voucher su tre va agli under 25, le donne rappresentano il 52% dei percettori e la media salariale è di circa 600 euro. Si tratta, quindi, di una forma di precariato che svantaggia i soggetti già deboli sul mercato del lavoro.
In aggiunta, lo strumento si è diffuso in settori produttivi strutturati come il commercio (14,9%), il turismo (14,4%) e i servizi (11,4%). In buona sostanza il voucher, anziché far emergere il lavoro sommerso, sostituisce quote sempre più ampie di lavoro tutelato. Nel solo 2015, ad esempio, sono stati ritirati ben 115milioni di voucher ma solo 88milioni sono stati incassati, con un delta pari a 27milioni non pagati. Questo differenziale a che cosa è dovuto? Il rischio è che dietro tale differenza si nascondano forme di assicurazione contro l’arrivo di controlli, è quindi un’ottima tutela per favorire l’aumento del nero. Basti pensare ai numeri allarmanti che si riferiscono alla fine del 2015 dove, in maniera più che sospetta, raddoppiano gli utilizzatori di buoni voucher che nei mesi precedenti avevano un contratto co.co.pro. con lo stesso datore di lavoro, passando dai 627 di gennaio ai 1607 di dicembre.
Questi dati confermano ciò che da tempo la CGIL sostiene, ovvero che il voucher va ripensato, poiché esso maschera elusione ed è una forma di precariato estremo e povero.
Puoi essere operaio, bagnino, addetto alle vendite, autista, consulente, qualsiasi lavoro può essere considerato e assoggettato all’utilizzo di vaucher, non hai nessun diritto e la quota di 2,50 euro sui 10 euro nominali del buono divisi tra previdenza e assicurazione sono veramente insufficienti a garantire coperture minime.
La CGIL Molise ribadisce l’estrema necessità di procedere nel costruire diritti universali valevoli per tutti i lavoratori, superando definitivamente l’idea che con più precarietà più flessibilità e meno tutele riparta l’economia.
Contro questa deriva, la CGIL ha posto in capo una propria proposta denominata “Carta dei diritti universali del lavoro”.
Dopo aver consultato gli iscritti nelle scorse settimane, a partire dal prossimo 9 aprile, la CGIL avvierà la raccolta firme per una legge di iniziativa popolare proprio sui diritti , contestualmente raccoglieremo le firme a sostegno di tre quesiti referendari, tra cui quello inerente proprio il superamento dei voucher ormai diventato strumento estremo di precarietà.

Il Segretario CGIL Molise
Franco Spina
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