ROMA _ Oreste Campopiano ha partecipato all’incontro a Roma il 7 marzo scorso tra le le delegazioni nazionali della DC per le Autonomie, dei Popolari Liberali Europei e dei socialisti del N.PSI presso la sede della Confcooperative.

Questo il suo intervento:

On.le Ministro Gianfranco ROTONDI, On. Sottosegretario Carlo Giovanardi, Carissimo Stefano Caldoro, uno scenario di sostanziale instabilità caratterizza l’attuale panorama politico evidenziando scricchiolii e fibrillazioni che percorrono trasversalmente i partiti e le coalizioni. E’ un fenomeno anomalo, se solo si considera che poco meno di tre anni fa, una coalizione strutturata sull’alleanza PDL – Lega Nord ha vinto le elezioni con una maggioranza che di per sè avrebbe dovuto assicurare un lungo e fecondo periodo di stabilità politica. Oggi anche un distratto osservatore si accorge che così non è e che anzi si evidenziano spinte centrifughe che in prospettiva si muovono verso il superamento dell’attuale assetto bipolare o bipartito e verso la ricomposizione del sistema sul modello delle grandi famiglie culturali e politiche europee. La realtà è che c’è una evidente anomalia costituita dall’assenza di partiti intesi come strumenti di formazione della rappresentanza e di selezione della classe dirigente, di organismi capaci di farsi interpreti delle esigenze di una società complessa e diversificata come quella italiana, nel rispetto delle diverse componenti culturali.

La devastazione per mano mediatica e giudiziaria della prima Repubblica ha prodotto due anomalie: da un lato la incapacità della sinistra di trasformarsi e di costruire una moderna formazione riformista e socialdemocratica, dall’altro la componente più moderata e liberale dell’elettorato si è aggregata attorno ad un leader che si trova ad assolvere alla duplice funzione di catalizzatore dell’opinione pubblica e di collante delle distinte componenti politiche del centro destra. Questo modello fortemente personalizzato e centralistico ha sostituito di fatto quello della collegialità e del confronto nella comunità politica, restringendo da un lato gli spazi di partecipazione, dall’altro alimentando le tentazioni di egemonia da parte di chi si trova a gestire sul territorio le formazioni più grandi. Una degenerazione feudale dei capi locali i quali evidentemente ritengono di poter assorbire e rappresentare, senza alcun preventivo confronto, gli stimoli politici e culturali, l’anima autenticamente popolare delle diverse componenti. Questo è accaduto nella mia Regione, il Molise, questo immagino sia accaduto ed accade in ogni angolo del Paese.

E’ un macroscopico errore che rischia di minare l’idea guida di quel nuovo modello di Partito plurale, capace di far convivere in un progetto condiviso, anche aree di pensiero diversificate. Il tentativo che oggi le componenti minori del PDL stanno attivando va nella giusta direzione, che è quella di far ripartire il progetto dal basso, mettendo in campo quel patrimonio di valori e di identità indispensabili ad arricchire la proposta e l’offerta politica complessiva. Ma questo nostro sforzo rischia di essere vanificato se non trova immediato ascolto all’interno del Partito del quale siamo stati cofondatori e delle sue articolazioni territoriali, spesso intente ad utilizzare l’organizzazione per ritagliarsi rendite di posizione e conservare così un potere asfittico e senza futuro.

Qualche mese addietro dalle colonne del Tempo Angelo Mellone si domandava: “cosa resta di quello splendido impasto di sentimenti, di emozioni,di progetti che ha caratterizzato l’avvio della rivoluzione italiana, che nelle aspettative avrebbe dovuto essere la rivoluzione della legalità,del merito, della trasparenza, della qualità della classe politica, dello spirito civico e dell’entusiasmo generazionale”. Se questo è il punto allora il problema si sposta sulla necessità di mettere mano al sistema di selezione della rappresentanza politica, non potendosi ulteriormente immaginare la sostenibilità di un modello che si riferisce nel suo complesso ad uno o più soggetti o a precise, ristrette oligarchie. Un sistema nel quale il senso di appartenenza viene tradotto solo in termini di vicinanza ad un soggetto o ad un gruppo. Registro con amarezza e preoccupazione queste forme degenerative del sistema politico e concludo offrendo a questa assemblea un esempio eclatante costituito da ciò che sta accadendo nella mia Regione, ove si voterà anche per il rinnovo del consiglio provinciale di Campobasso.

Ebbene al tavolo dei partiti che avrebbe dovuto discutere innanzi tutto dei programmi, quindi dei metodi di scelta del candidato di coalizione migliore, non sono state nemmeno invitate le delegazioni della DC per le Autonomie, nè quella dei socialisti che personalmente rappresento e comunque sono state escluse ad libitum e con logica chirurgica , tutte le componenti di area che avrebbero potuto, anche solo astrattamente, non condividere la scelta del candidato Presidente, una scelta peraltro che è stata compiuta da tempo e rigorosamente al di fuori del tavolo politico . Ma c’è un profilo ancora più eclatante di questa deriva degenerativa, costuituito dal fatto che è stato paradossalmente proprio il coordinatore reg.le del PDL a proporre, o meglio ad imporre e sostenere un candidato Presidente che in Regione rappresenta il Movimento per le Autonomie , quell’MPA dell’on. Raffaele Lombardo che si è posto fuori ed in aperto contrasto politico con il PDL e con la maggioranza che sostiene il Governo nazionale. Di fronte a questi fatti chiedo a Lei on. Ministro Rotondi, a Lei on. Giovanardi e a te carissimo Stefano se tutto questo è ulteriormente tollerabile e quali iniziative intendete mettere in campo sin dalle prossime ore, per ribaltare questo risibile,quanto insostenibile stato di cose . Fiducioso , ringrazio.

( Avv.Oreste Campopiano) Segr.Reg.Molise N.PSI

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1 commento

  1. Avv. Campopiano, è facile immaginare che in tanti condividono quanto brillantemente ha illustrato con la sua ai referenti nazionali. Il peggio non ha limite, coerenza vuole che con coraggio si inizia una azione di “ribellione”; occorre una diversa candidatura di centrodestra a Presidente della Provincia, ad esempio la sua, unitamente anche agli altri movimenti e partiti che oggi non si ritrovano più con la PDL. Il risultato arriverà! Spero che Lei non si “accoda” come tanti ai potentati del momento, sarebbe una grande delusioni per molti.