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ROMA _ “Bisogna ridefinire a monte i criteri del riparto dei fondi del Governo per le università in Italia”. Lo ha dichiarato il Deputato molisano Sabrina De Camillis in VII Commissione alla Camera: Istruzione e cultura replicando al Sottosegretario all’Istruzione Marco Rossi Doria nel corso del Question Time in Commissione a cui ha preso parte la parlamentare, firmataria dell’interrogazione sulla sperequazione dei fondi per l’Università del Molise e del sud Italia a beneficio di quelle del nord del Paese.

Il Sottosegretario Rossi Doria, rispondendo alla De Camillis, sottolinea come: “i criteri adottati per la ripartizione del Fondo di finanziamento ordinario nel 2011 sono gli stessi di cui il Ministero si è avvalso per gli anni 2010 e 2009. Si tratta di criteri di riparto basati su parametri e indicatori stabili, sui quali si è espressa positivamente anche la Conferenza dei Rettori delle Università italiane”.

La Parlamentare osserva che: “l’attuale metodo di distribuzione del Fondo genera sperequazioni a danno dell’attività istituzionale proprio degli Atenei che sono ubicati nelle regioni più povere del nostro Paese. Nella erogazione del Fondo si passa dagli oltre 6.000€ pro capite per alcune Università del Nord ai meno di 2.000€ per alcune Università del Sud. Nelle valutazioni qualitative delle Università, poi risulteranno migliori proprio quelle che avranno ricevuto più risorse. E’ chiaro che i criteri di riparto vanno modificati se non si vuole mettere in discussione l’attività istituzionale della maggior parte delle Università del Mezzogiorno”.

La De Camillis aggiunge che: “Il nostro Paese per uscire dalla crisi e puntare sul futuro, deve investire su politiche di sostegno ai giovani: formazione, educazione, istruzione, inserimento nel modo del lavoro devono essere le priorità. La “Questione Meridionale” se deve essere affrontata seriamente deve prevedere due azioni principali: -eliminare la criminalità organizzata, attraverso una presenza dello Stato forte e credibile al fianco dei cittadini onesti; -grandi investimenti sul capitale umano perchè sono gli uomini e le donne che cambiano la storia e se non diamo ai giovani gli strumenti adeguati per essere compatitivi vuol dire che non vogliamo che le cose cambino davvero”.

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