Simone Coscia
TERMOLI _ Ed infine il boomerang è tornato indietro o per dirlo come si usa dalle nostre parti “chi sputa per aria…” Le ultime pietose puntate della telenovela COSIB hanno dato l’ultimo colpo, e molto ben assestato, alla credibilità ed all’arroganza di coloro che sono alla guida del comune di Termoli. Personaggi che deridevano l’amministrazione Greco per il suo isolamento all’interno del COSIB e che lodavano gli ingiustificati commissariamenti lampo ed i colpi di mano sulle leggi istitutive dei consorzi industriali molisani, hanno di che auto-lodarsi per il servizio reso alla nostra comunità.

Già perché grazie a quella meravigliosa legge regionale – che eliminava qualsiasi criterio di proporzionalità con le risorse impiegate nel consorzio e che ha permesso a comuni che non hanno devoluto al consorzio né un euro né un metro di terreno di contare come il comune che ne detiene il 90% del territorio – Termoli è di nuovo espulsa a calci dall’amministrazione della zona di industrializzazione del Basso Biferno. Ma mentre nel caso dell’amministrazione Greco la manovra di accerchiamento di amministrazioni di opposto segno politico era stata favorita da una improvvida legge regionale appoggiata acriticamente dall’allora opposizione guidata dall’allora “altogridante” sig. Di Brino, oggi gli schiaffoni sono arrivati proprio dagli “amici degli amici” della tanto glorificata filiera istituzionale.

Impuntandosi per regalare l’ennesimo strapuntino al solito personaggio multiseduto, che probabilmente doveva lasciare l’isernina poltrona autostradale ad altri autoctoni glutei, il grande Basso ha rimediato un’altra storica figuraccia, conclusa da patetiche ed irrilevanti dimissioni da un posto che non conta nulla. É pur vero che evangelicamente per i credenti è d’obbligo porgere l’altra guancia ma ci pare che nel caso della nostra città, visto il numero di schiaffoni presi dal momento del completamento della filiera istituzionale, fra poco si esauriranno tutte le guance della maggioranza comunale. Un promemoria in ordine sparso: la svendita del conservificio ad un noto isernino con il conseguente blocco totale della produzione, la disastrosa situazione dello zuccherificio sempre sotto la direzione dell’isernino di cui sopra, il continuo parlare di Termoli-San Vittore quando i nostri amministratori sanno benissimo che l’unico tratto progettato è il Campobasso-San Vittore, il famoso teatro di De Matteis, l’abbandono del progetto dell’interporto, la paventata prossima trasformazione dello zuccherificio nella quinta centrale turbogas del Basso Molise ed infine lo sberlone del COSIB con la finale diluizione all’interno del grande consorzio regionale.

Se ora Termoli conta 1/12 dopo tutto questo forse al più conterà 1/50 ? Vorremmo che il nostro caro Basso con tutta la sua Maggioranza avesse ordunque un ALTO scatto d’orgoglio, avviando le procedure liquidatorie per l’uscita di Termoli dal COSIB con la restituzione dei suoi territori o dell’equivalente controvalore. Questo renderebbe la nostra città di nuovo padrona del suo destino industriale e della scelta dei criteri urbanistici dei nuovi insediamenti, affrancandosi da quello che si prospetta come l’ultimo carrozzone regionale fallimentare capace di affondare definitivamente lo sviluppo dell’area di Contrada Rivolta del Re, dalla prospettiva di divenire la nuova discarica molisana. Ebbene, se a ciò non seguiranno concrete azioni politiche e giudiziarie, quello che avevamo prospettato in campagna elettorale “l’Alto Molise comanda, il Basso ubbidisce”, si trasformerà nel motto più umiliante: “l’Alto Molise comanda, il Basso subisce in silenzio” e crediamo che Termoli e la sua orgogliosa termolesità non meritino tale definitiva umiliazione. Con sincero affetto al nostro “offeso” Sindaco.

Partecipazione Democratica
Avv. Simone Coscia

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